Roma, 1 feb. (AdnKronos Salute) - Più latticini a tavola e meno rischi alle coronarie. Per Assolatte è il 'paradosso olandese' - considerato che gli abitanti dei Paesi Bassi, pur essendo forti consumatori di latte, formaggi e burro, hanno un basso rischio - confermato da un ampio studio pubblicato sull''American Journal of Clinical Nutrition'. La ricerca indica che, mano a mano che i consumi di prodotti lattiero-caseari aumentano, si abbassa la probabilità di soffrire di coronaropatia ischemica. Nelle persone al top per consumo di energia dai grassi saturi dai latticini, questo rischio diminuisce di ben il 17%. Al contrario, diminuendo i consumi di latticini e aumentando quelli di carboidrati ad alto indice glicemico e proteine animali, il pericolo sale in modo significativo.
L'analisi prospettica ha approfondito ed elaborato le informazioni raccolte in Olanda nell'ambito del progetto Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition). Si tratta di uno degli studi più ampi e completi mai realizzati in Europa e solo in Olanda ha riguardato 35.597 tra uomini e donne, seguiti e controllati per 5 anni. Secondo gli autori dello studio, la riduzione del rischio cardiaco si deve in particolare agli acidi grassi saturi a media e corta catena (come l'acido butirrico, l'acido caprico, l'acido miristico, l'acido pentadecanoico e l'eptadecanoico), ben presenti in latte, latticini, burro e formaggi.
Per Assolatte la ricerca rappresenta "un'ulteriore tappa del percorso di riabilitazione dei grassi saturi, iniziata da un paio d'anni e considerata a livello scientifico come la 'rivoluzione copernicana' nella nutrizione umana, tanto da farle conquistare la famosa copertina del 'Time' con la foto di un invitante ricciolo di burro e il provocatorio titolo 'Mangiate il burro. Gli scienziati hanno bollato i grassi come nemici. Ecco perché si sbagliano'".