Roma, 20 mag. (AdnKronos Salute) - Il Mezzogiorno ha la quota più alta in Italia di popolazione (13,2%) che rinuncia a curarsi per motivi economici o carenza dell'offerta. Al Nord Ovest la quota è più bassa (6,2%). Le fragilità si concentrano su alcuni soggetti e su specifiche aree del Paese, ed emerge una netta separazione tra il Centro-Nord e il Sud a svantaggio di quest’ultimo. Fa eccezione il Lazio, che ha una situazione decisamente peggiore rispetto alle altre Regioni del Centro. E' quanto ha rilevato l'Istat nel Rapporto Annuale 2015.
Secondo l'Istituto di statistica i maggiori responsabili sono "l’introduzione dei ticket e di quote di compartecipazione alla spesa a carico dei cittadini. Inoltre ulteriori aggravi di spesa per le famiglie - osserva il rapporto - potrebbero aumentare la rinuncia a prestazioni sanitarie, dovuta spesso a motivi economici. Ciò comporta un rischio di sottoconsumo sanitario, pericoloso per le condizioni di salute della popolazione".
Analizzando le singole aziende sanitarie a livello regionale - evidenzia l'Istat - emergono forti distanze: si passa dal 21,7% di rinunce in una Asl della Sardegna al 2,6% nella Asl di Trento e in una della Lombardia. Nel Nord, infine, si osserva la maggiore concentrazione di Asl che hanno quote non superiori al 5,5% di persone che rinunciano a prestazioni erogabili dal Ssn per motivi legati all’offerta.