Copenhagen, (AdnKronos Salute) - Con oltre 142.000 nuovi diagnosi di Hiv nel 2014, l'Europa ha registrato il più alto numero di nuove infezioni in un anno, dall'inizio dell'epidemia negli anni '80. I dati recenti - diffusi in vista della Giornata mondiale Aids dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall'Ufficio regionale Oms per l'Europa - sono allarmanti e indicano che la crescita dell'epidemia è guidata dalla parte orientale del Vecchio continente, dove il numero di nuove diagnosi è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni.
La trasmissione eterosessuale è responsabile dell'aumento in Europa orientale, e quella attraverso le siringhe fra i tossicodipendenti rimane sostanziale. "Nonostante tutti gli sforzi per combattere l'Hiv, in un anno la Regione europea ha totalizzato più di 142.000 nuove infezioni, il numero più alto che mai. Questo è un problema serio", dice Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms Europa. "Chiediamo ai Paesi europei di intervenire e arginare l'epidemia di Hiv una volta per tutte".
"Dal 2004 i tassi di nuove diagnosi sono più che raddoppiati in alcuni Paesi, mentre si sono ridotti anche del 25% in altri. L'epidemia in generale però persiste, sostanzialmente invariata", sottolinea Andrea Ammon, acting director Ecdc. "Questo significa che la risposta nell'Unione europea non è stata abbastanza efficace".
L'esclusione sociale, sottolineano gli esperti, pone rifugiati e migranti più a rischio infezione. "I rifugiati e i migranti rimangono una priorità per la prevenzione e la cura dell'Hiv. Conflitti e disastri non dovrebbero pregiudicare l'accesso ai servizi per le persone che vivono con l'Hiv. Se rifugiati e migranti sono vittime di esclusione sociale nei Paesi di arrivo, sono più a rischio di infezione e questo può portarli a comportamenti a rischio", avverte Jakab.
"L'Oms - conclude - sollecita tutti i Paesi europei a offrire misure di prevenzione e servizi di diagnosi e trattamento a tutti i rifugiati e u migranti, a prescindere dal loro status giuridico. Questo è anche il modo più sicuro per proteggere la popolazione residente dall'Hiv".