L'alcol fa male quanto il fumo, ma non è ugualmente criminalizzato. L'Organizzazione Mondiale della Sanità mette tutti in guardia...
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Imporre restrizioni alla pubblicità di alcolici è un provvedimento indicato dagli esperti per combattere l'abuso e l'alcolismo. |
Quanto è “poco”. L'esagerazione, però, è dietro l'angolo e frequentemente la modica quantità diventa un gomito che si alza troppo spesso. Gli esperti riconoscono la difficoltà di definire con precisione la “dose giusta”: il livello di consumo ideale per persona dipende da l'età, l'anamnesi medica e la struttura fisica. Difficile dare un'indicazione valida per tutta la popolazione. Inoltre non c'è unanimità sulla definizione del cosiddetto “bicchiere al giorno”. Si pensi che in Gran Bretagna un drink standard contiene 8 grammi di etanolo, che diventano 14 negli Stati Uniti e 19,75 in Giappone. Insomma il messaggio che bere moderatamente fa bene può trasformarsi in un'arma a doppio taglio e incoraggiare alcune persone a livelli pericolosi di abuso.
Contromisure forti. Michael Marmot dirige un gruppo di studio presso la Academy of Medical Sciences britannica e, dopo aver verificato che il consumo di alcol è aumentato nel mondo del 50 per cento dagli anni Settanta, indica le possibili soluzioni per far fronte all'alcolismo. Servirebbero misure drastiche, come l'innalzamento dell'età minima consentita per il consumo di alcolici, la riduzione del numero dei negozi che li distribuiscono e dell'orario in cui possono essere venduti, ma anche un diverso approccio pubblicitario. Anche un prezzo di vendita più elevato sortisce l'effetto di vedere diminuiti i consumi, com'è successo in Russia in seguito ai provvedimenti presi durante il governo di Mikhail Gorbachiov: allora il consumo annuale per persona passò da 14,2 a 10,5 litri. Oggi però le statistiche mostrano un nuovo preoccupante aumento.
(Notizia aggiornata al 7 aprile 2004)