Salute

Adolescenti: vaccino anticovid sì o no?

Alcune considerazioni di un esperto, che mette sul piatto della bilancia rischi e benefici della somministrazione del vaccino anticovid ai minori di 18 anni.

La campagna vaccinale procede a ritmo serrato, e in Italia già dai primi di giugno i vaccini sono disponibili per tutti i cittadini maggiori di 12 anni che desiderino immunizzarsi. Con l'apertura alle fasce di popolazione più giovani, sorgono i primi dubbi: è bene vaccinare gli adolescenti? I benefici superano i rischi? Russell Viner, pediatra e professore all'UCL Great Ormond Street Institute of Child Health (Regno Unito), fa il punto della situazione in un articolo pubblicato sul Guardian.

Lo abbiamo visto con il caso della Spagna, dove i viaggi di fine anno scolastico e le feste illegali hanno contribuito a un notevole aumento dei casi tra i più giovani: tra chi non è vaccinato il coronavirus, specie nelle sue varianti più contagiose, si diffonde veloce. Se è vero che i più giovani non corrono generalmente grossi rischi di contrarre la covid in forma grave, è altrettanto vero che possono contagiare genitori e nonni, vaccinati ma non protetti al 100%.

«Sappiamo che circa il 40% degli adolescenti ha già sviluppato gli anticorpi contro la covid, e ciò significa che si sono infettati durante il primo anno di pandemia», spiega Viner. La maggior parte dei ragazzi contrae la covid in forma leggera o asintomatica: in Italia su oltre 100.000 pazienti deceduti per covid appena 19 erano minorenni (lo 0,02% del totale), e nella maggior parte dei casi si trattava di giovani con patologie pregresse.

Pro e contro. Vaccinare i giovanissimi ha sicuramente dei risvolti positivi, tra cui la diminuzione della trasmissione del virus tra adolescenti e adulti vulnerabili e la riduzione del rischio di contrarre la malattia in forma grave (rischio, il secondo, quasi inesistente in soggetti sani). Sul piatto della bilancia bisogna mettere anche i rischi di una sindrome post-covid, ancora poco studiati ma che devono essere presi in considerazione: secondo uno studio pubblicato su The Lancet, tra l'8% e il 50% dei minorenni contagiati ha riscontrato sintomi a lungo termine anche dopo la fine della malattia, come spossatezza, tosse o infiammazione.

D'altro canto, esistono anche dei contro alla vaccinazione degli adolescenti, che riguardano principalmente gli eventuali effetti collaterali successivi ai vaccini e, soprattutto, il fatto che sia prioritario vaccinare altre fasce di popolazione.

Prima gli adolescenti più vulnerabili. «Credo sia ragionevole offrire il vaccino ora agli adolescenti più vulnerabili e affetti da malattie croniche, e attendere per il resto dei minori sani», sostiene Viner. Secondo il pediatra è meglio dare priorità al completamento della vaccinazione delle fasce più adulte, e utilizzare poi le dosi rimanenti per mantenere la promessa di aiuto fatta alle popolazioni del Terzo Mondo, dove le campagne vaccinali procedono a rilento.

Nel frattempo, bisognerà tenere alta la guardia per evitare che si ripetano situazioni come quelle vissute nella penisola iberica, che vanificherebbero tutti gli sforzi che da mesi stiamo facendo per ripartire e buttarci alle spalle una volta per tutte l'incubo pandemia. 

10 luglio 2021 Chiara Guzzonato
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