ADHD, ovvero Attention Deficit Hyperactivity Disorder (in italiano, "disturbo da deficit di attenzione con iperattività"). Descritto per la prima volta nel 1845, è oggi riconosciuto ufficialmente come disordine neuropsichiatrico dell'età evolutiva. Eppure, non manca di sollevare ancora accese polemiche... e c'è chi nega addirittura che la malattia esista davvero.
La risonanza magnetica funzionale permette di controllare l'attività di specifiche zone del cervello di soggetti per i quali è suggerita una diagnosi di ADHD, e di confrontare i risultati con le mappe di attività di soggetti "normali" (fonte: Waisman Center Brain Imaging Laboratory Fund). |
Non stai fermo un attimo, sei peggio di un terremoto! E poi, ti distrai per nulla e agisci senza pensare... Ammettiamolo, molti di noi se lo sono sentito dire almeno una volta nella vita - se non molte di più. Ma quando irrequietezza, impulsività, e continua disattenzione compromettono pesantemente il rendimento scolastico o le relazioni con adulti e coetanei, il monito degli specialisti è di non sottovalutare la situazione. Alcuni comportamenti scorretti, che si evidenziano soprattutto all'asilo o a scuola, e che vengono spesso imputati a maleducazione o bullismo in realtà possono nascondere un disturbo neuropsichiatrico: l'ADHD. Sembra che in età scolare affligga il 3-5% dei bambini, l'1% in forma particolarmente grave, ma che, in Italia, sia ancora sottodiagnosticata.
Diagnosi misconosciute
«L'assenza di una diagnosi corretta e, quindi, dell'intervento terapeutico», riferisce Alessandro Zuddas, neuropsichiatra infantile all'Università di Cagliari e responsabile del centro regionale di riferimento per l'ADHD, «non solo penalizza il bambino, ma predispone allo sviluppo nell'adolescenza e nell'età adulta di patologie psichiatriche e sociali anche più gravi, dalla "personalità antisociale" all'abuso di sostanze psicotrope.» Secondo le linee guida internazionali, il trattamento si basa su interventi psicosociali e, qualora non si ottengano i risultati attesi, farmacologici. Proprio questi ultimi, insieme con la difficile definizione delle cause della malattia e la complessità della diagnosi, sono le scintille che alimentano le polemiche sulla patologia.
Percorsi difficili
Il percorso per riconoscere l'ADHD è complesso e ostacolato dal fatto che i sintomi cambiano con la crescita del bambino. Inoltre, si devono escludere altri tipi di patologie psicologico-relazionali, ma non solo. Come di recente messo in luce da Theodore Nukes, neurologo all'Heartland Neurology (Indiana, Usa) anche la carenza di sonno, piuttosto frequente oggi nei ragazzi in età scolare, può indurre la stessa sintomatologia dell'ADHD. Altra legna sul fuoco di chi contesta l'esistenza stessa della malattia, argomentando, inoltre, che il presunto disturbo è diagnosticato con leggerezza e con altrettanta leggerezza trattato con psicofarmaci.