Roma, 2 nov. (AdnKronos Salute) - Dal 2006 al 2013 i medici ginecologi obiettori italiani sono aumentati, dal 69,2% al 70% del totale. Ma, secondo l'ultima Relazione al Parlamento sulla legge 194, trasmessa oggi dal ministero della Salute, il numero di non obiettori (1.490 nel 2013) risulta congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle Ivg effettuate, e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda di Ivg.
Le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) vengono effettuate nel 60% delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due Regioni molto piccole. Per quanto riguarda l'esercizio dell'obiezione di coscienza e accesso ai servizi di Ivg - si legge nella Relazione - si conferma quanto già osservato su base regionale e, per la prima volta, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base sub-regionale, non emergono criticità nei servizi di Ivg.
Il numero dei punti Ivg, paragonato a quello dei punti nascita, mostra che mentre il numero di interventi è̀ pari a circa il 20% del numero di nascite, il numero di centri è̀ pari al 74% dei punti nascita. Superiore, cioè, a quello che sarebbe rispettando le proporzioni fra Ivg e nascite. Confrontando poi punti nascita e punti Ivg non in valore assoluto, ma rispetto alla popolazione femminile in età fertile, a livello nazionale, ogni 5 strutture in cui si fa un'Ivg, ce ne sono 7 in cui si partorisce.
Infine, considerando le Ivg settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, e considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1,6 a settimana, un valore medio fra un minimo di 0,5 della Sardegna a un massimo delle 4,7 del Molise.
Quest'ultimo parametro, valutato per la prima volta a livello sub-regionale (Asl/distretto), mostra che anche nelle regioni in cui si rileva una variabilità maggiore, cioè in cui si rilevano ambiti locali con valori di carico di lavoro che si discostano molto dalla media regionale, si tratta comunque di un numero di Ivg settimanali sempre inferiore a 10, cioè con un carico di Ivg per ciascun non obiettore che non dovrebbe impegnare tutta la sua attività lavorativa. Il numero di non obiettori risulta quindi congruo, anche a livello sub-regionale, rispetto alle Ivg effettuate, e non dovrebbe creare problemi nel soddisfare la domanda di Ivg.
Secondo la Relazione, anche quest'anno si è proseguito con la rilevazione dell'attività dei consultori familiari per l'Ivg (colloqui pre e post Ivg e certificazioni rilasciate) con un miglioramento della raccolta dati che copre il 79% dei consultori.
Il numero degli obiettori di coscienza nei consultori, è molto inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere.