Un esoscheletro robotico tutto italiano, che consente la deambulazione di persone con paralisi dovute a lesioni parziali o complete del midollo spinale, è stato presentato nei giorni scorsi al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Frutto della collaborazione fra Istituto Italiano di Tecnologia e Inail, Twin - questo il nome del dispositivo - potrebbe essere in commercio già fra 5 o 6 anni, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni e avviato il processo di industrializzazione.
Le differenze con gli antenati. Rispetto ai modelli sperimentali che lo hanno preceduto, Twin (vedi il video di presentazione, sotto) è più facile da usare e da indossare, si può smontare e rimontare con rapidità, ed è persino elegante, perché realizzato con il contributo di designer. Un dettaglio di importanza non secondaria, che ben rappresenta l'idea che sta sotto all'intero progetto: quella di creare uno strumento che soddisfi le esigenze di chi dovrà indossarlo e che i pazienti siano invogliati a utilizzare.
«Nella progettazione siamo partiti proprio dai pazienti, coinvolti con questionari e focus group da cui è emersa l'esigenza di avere un esoscheletro utilizzabile in autonomia, confortevole e trasportabile» ha spiegato Matteo Laffranchi, coordinatore del Rehab Technologies Lab Inail-IIT. Alcuni pazienti in particolare sono stati poi essenziali durante tutte le fasi dello sviluppo, prestandosi a sperimentare in prima persona il dispositivo via via che veniva perfezionato.
Si ricarica in 1 ora. Ergonomico e adattabile alle caratteristiche dei singoli, Twin è dotato di motori che assecondano le intenzioni dell'utilizzatore, e può essere impostato tramite un tablet così da regolare il passo a seconda delle esigenze. L'energia è fornita da una batteria che ha un'autonomia di 4 ore e si ricarica in un'ora.
«Twin può lavorare in 3 modalità – prosegue Laffranchi – per la deambulazione di pazienti con paralisi complete, per chi ha una mobilità residua ma necessita di un supporto, e per chi ha una una compromissione parziale e diversa nei due arti».
I benefici dell'esoscheletro vanno molto oltre la deambulazione, che attualmente avviene in contesti comunque protetti. Spiega Franco Molteni, direttore dell'Unità operativa complessa Recupero e riabilitazione funzionale di Villa Beretta (LC), dove si è svolta parte della sperimentazione: «Il fatto di alzarsi in piedi e poter camminare migliora l'aspetto emotivo e la visione di sé nel mondo, e ha numerosi effetti fisiologici, per esempio sulla funzionalità intestinale e sulla risposta immunitaria».
Per ottenere i maggiori benefici, «questo tipo di riabilitazione andrebbe inserita più precocemente possibile a seguito di una lesione» ha concluso Ilaria Baroncini, medico fisiatra dell'Unità spinale al Montecatone Rehabilitation Institute, anch'esso sede della sperimentazione.