Secondo uno dei maggiori virologi giapponesi, Masato Tashiro, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive di Tokio, e collaboratore dell’Oms, i dati segnalati dal ministero della sanità Cinese non sarebbero che la punta dell’iceberg.
La tabella presentata da Masato Tashiro: si tratta di un rapporto interno riservato e non pubblicato con la vera situazione dell’epidemia da H5N1 in Cina. Ingrandisci. Oppure guarda la traduzione. |
Il ministro della sanità cinese ha confermato il terzo caso di H5N1 nella provincia di Anhui. Ma i dati reali dell’epidemia in Cina, secondo il responsabile dell’Oms a Tokio, sarebbero 300 morti e 3000 persone in isolamento.
Per Masato Tashiro, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive di Tokio, e collaboratore dell’Oms, i dati segnalati dal ministero della sanità cinese non sarebbero infatti che la punta dell’iceberg.
In un articolo pubblicato in prima pagina martedì sul Frankfurter Allgemeine, si dà conto di una riunione informale e a porte chiuse svoltasi lunedì nell’Università di Marburg in Germania, durante la quale Tashiro, di ritorno da un viaggio compiuto per conto dell’Oms nella provincia cinese di Hunan, avrebbe ricevuto da un’autorevole e attendibile fonte interna un documento che attesta i dati reali dell’epidemia da H5N1 in Cina.
Rapporto segreto da fonti attendibili. Il documento citato da Tashiro conterrebbe un rapporto interno riservato e non pubblicato con la vera situazione dell’epidemia da H5N1 in Cina. Se i dati sono veri, ci sarebbero 300 morti e più di 3 mila persone in isolamento.
Per l’attendibilità della fonte Tashiro è convinto che questa sia la situazione reale. E già cinque virologi, che avevano il compito si segnalare la situazione nelle province, sono stati arrestati, mentre i ricercatori che volevano pubblicare i dati dell’infezione sono stati minacciati di ritorsioni.
Conferme indirette. «Siamo sistematicamente ingannati» ha detto Tashiro. I suoi dati collimano alla perfezione con quelli pubblicati dal sito democratico cinese Boxun (http://www.peacehall.com/), che fu il primo a dare la notizia dell’inizio dell’epidemia di Sars in Cina.
Già il 14 novembre aveva pubblicato la lista dettagliata dell’infezione umana in Cina, che si ferma ai dati rilevati al 12 novembre 2005 (vedi tabella). Il modello utilizzato è quello in uso in Cina. Se così fosse, la situazione la situazione umana sarebbe ormai abbastanza stabile. Soprattutto nelle aree più colpite dall’epidemia.
Del resto perché l’infezione avrebbe dovuto colpire tutti i paesi che la circondano e lasciare indenne solo la Cina, con 14 miliardi di polli allevati nelle case?
Amelia Beltramini
(Notizia aggiornata al 25 novembre 2005)
Ulteriori aggiornamenti sulla vicenda si trovano qui.