Una nuova eruzione vulcanica (sotto: le immagini in diretta da una webcam sul posto) ha provocato, ieri 14 gennaio 2023, la seconda evacuazione in meno di un mese per i circa 4.000 abitanti a Grindavik, in Islanda. Una prima apertura nel terreno lunga circa un chilometro ha infatti consentito alla lava di riversarsi nella città, mettendo a rischio abitazioni e infrastrutture.
Pur rassicurando sulla sicurezza delle persone, ilpresidente islandese Guðni Jóhannesson ha evidenziato durante un discorso alla Nazione la grave situazione di emergenza che la città è chiamata ad affrontare.
Dopo la prima grande apertura, domenica se n'è prodotta una seconda, più a sud della prima e di portata più ridotta, che secondo la Protezione Civile locale sembrerebbe essersi già esaurita.
A dicembre, dopo mesi di segnali premonitori, la lava era iniziata a sgorgare vicino a Grindavik e al rinomato centro termale Blue Lagoon (Laguna Blu), mentre un aumento dell'attività sismica si era manifestata a fasi alterne da fine ottobre 2023.
Una fessura di 3,5 km. Una fessura lunga circa 3,5 chilometri (si tratta dunque di una sorta di "vulcano diffuso") era comparsa a circa 4 chilometri a nord-est di Grindavik, muovendosi in direzione della città. L'eruzione, che si poteva vedere anche Reykjavik, distante circa 42 chilometri a nord-est, si può osservare l'eruzione, si è poi esaurita nei giorni successivi, consentendo agli abitanti di Grindavik di fare ritorno nelle loro case.
Eventi del genere sono comunque abbastanza comuni in Islanda e sono conseguenza dell'attività lungo la frattura medioatlantica, che divide la placca europea da quella americana, e dei punti caldi, che sono zone in cui la lava emerge dal mantello terrestre. Queste eruzioni origina da un serbatoio di lava che si trova a circa 15 chilometri di profondità, con il magma che si è sollevato gradualmente nei mesi precedenti.