Le pile del futuro? Potrebbero essere fatte con virus geneticamente modificati.
Fasci di elettrodi composti da virus in un'immagine al microscopio elettronico. Foto: © Angela Belcher, MIT. |
Virus metallizzati. Angela Belcher e i suoi colleghi della Montana State University sono arrivati a questo importante risultato modificando geneticamente i comuni virus di forma cilindrica che normalmente infettano i batteri. In tali virus sono stati inseriti frammenti di DNA che hanno provocato una mutazione del loro rivestimento esterno, rendendolo idoneo ad attrarre ioni di cobalto e particelle d'oro. Il virus, una volta ricoperto di metallo, si unisce ad altri suoi simili modificati nello stesso modo in lunghe catene testa-coda, fino a ottenere dei sottili elettrodi.
Corsa all'oro. La parte più impegnativa della ricerca è stata l'identificazione delle sequenze di DNA idonee a modificare il virus nel modo corretto: gli scienziati hanno esposto all'oro miliardi di virus diversi, e hanno poi estratto il DNA da quelli che mostravano una più intensa interazione con il metallo. Il codice genetico utile alla creazione delle molecole che attraggono il cobalto è stato invece ottenuto imitando quello che consente alle cellule degli animali di trattenere il calcio, poiché le due sostanze hanno alcune caratteristiche simili.
Oltre le batterie. La stessa tecnica consente di modificare i virus inserendo al loro interno codici genetici diversi, così da ottenere componenti elettroniche differenti, come ad esempio i catodi, ossia i poli positivi delle batterie.
I virus geneticamente modificati sono inoltre estremamente flessibili e scalabili: una volta industrializzati i processi, non sarà difficile progettare e realizzare batterie di ogni forma e dimensione.
La Belcher e il suo team vogliono ora riuscire a mettere a punto una serie di virus modificati, in grado di generare e assemblare in modo autonomo celle solari per la produzione di energia pulita.
(Notizia aggiornata al 10 aprile 2006)