Un piatto di spinaci può dare energia anche al tuo computer? Un gruppo di ricercatori del MIT di Boston c'è riuscito. Ma si tratta ancora di un prototipo di "energia verde" che sfrutta la fotosintesi clorofilliana.
La sezione di una foglia di spinaci al miscroscopio elettronico. Impacchetate tra due strati di cellule (verde chiaro) che formano la pelle della foglia, si trovano le cellule che contengono i cloroplasti, dove avviene la fotosintesi. |
Gli spinaci non servirebbero solo a Braccio di Ferro, ma anche ai computer. Alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology di Boston (USA) hanno infatti creato delle minuscole pile solari che producono energia grazie alle proteine di questa pianta. Per farlo utilizzano il principio della fotosintesi clorofilliana e in un futuro - ancora molto lontano - potrebbero portare grossi benefici in termini di efficienza e risparmio energetico. Per esempio per fornire energia ai computer portatili (o ai cellulari).
Energia verde. Le proteine utilizzate nell'esperimento sono state prelevate, non senza difficoltà per evitare di perderne le funzionalità, dal cloroplasto delle foglie degli spinaci. Questo organulo delle cellule vegetali contiene la clorofilla e serve alla fotosintesi. I ricercatori hanno raccolto le proteine, mischiandole con una speciale molecola protettiva che ha creato una sorta di scudo intorno alle proteine, facendole sentire ancora nel loro habitat naturale. Successivamente le proteine sono state messe su una sottile pellicola d'oro, posta tra due strati di materiale conduttore, di cui uno trasparente, per lasciare passare i raggi solari.
Tre settimane di autonomia. Quando è stata fatta passare della luce sullo strato centrale, dove si trovavano le proteine degli spinaci, queste hanno emesso elettroni che sono passati sotto forma di energia elettrica attraverso lo strato sottostante. Il prototipo è ancora in fase di miglioramento, ma al momento queste particelle prototipe sarebbero in grado di produrre energia elettrica per oltre 21 giorni consecutivi.
(Notizia aggiornata al 2 luglio 2004)