Energia

Sogin e l'eccellenza italiana nello smantellamento delle centrali nucleari

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha conferito a Sogin il prestigioso riconoscimento di Centro di collaborazione dell’Agenzia.  La società che gestisce lo smaltimento degli impianti nucleari italiani diventa un partner di rilievo per la promozione tecnologica, il trasferimento della conoscenza, la formazione e l’addestramento nel decommissioning nucleare.

Tra le eccellenze tecnologiche italiane più ricche e allo stesso tempo sfortunate c'è quella dello smantellamento degli impianti nucleari, l'ultima fase del ciclo di vita di una centrale dopo la costruzione e l'esercizio. L’Italia, infatti, con il referendum seguito al disastro di Chernobyl (1986) è stato uno dei primi Paesi a fermare la produzione di energia da fonte nucleare. Era il 1987 e da quel momento è iniziato un lunghissimo e accurato di processo smantellamento (il decommissioning, si dice in termini tecnici) delle centrali nucleari.

Per realizzare questo processo venne fondata nel 1999 una società ad hoc, Sogin, che in questi due decenni - e soprattutto negli ultimi tre anni - ha acquistato un know-how e un'esperienza che non ha eguali in nessun altro Paese del mondo. Tanto che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha conferito a Sogin il prestigioso riconoscimento di Centro di collaborazione per la trasmissione di conoscenze e pratica per il decommissioning degli impianti nucleari.

La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta durante la 63esima Conferenza Generale AIEA, alla presenza dell'Ambasciatore italiano presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Maria Assunta Accili, di Mikhail Chudakov, Vicedirettore Generale e Capo del Dipartimento per l’Energia Nucleare dell’Agenzia, e Luca Desiata, Amministratore Delegato di Sogin.
Nella foto, da sinistra a destra, Luca Desiata, l'Ambasciatore italiano Maria Assunta Accili, il presidente di Sogin Marco Enrico Ricotti e Mikhail Chudakov. © Sogin

Con questa designazione l’Italia è fra i primi Paesi ad essere riconosciuta dall’Agenzia come partner per la promozione tecnologica, il trasferimento della conoscenza, la formazione e l’addestramento nel decommissioning nucleare. In altre parole, la nostra competenza in questo settore - che diventerà sempre più importante man mano che le centrali nucleari di tutto il pianeta raggiungeranno la fine del loro ciclo di vita - è stata riconosciuta come una delle più notevoli.

«Sogin - ha dichiarato il Vicedirettore Generale e Capo del Dipartimento per l’Energia Nucleare dell’AIEA, Mikhail Chudakov - ha una significativa esperienza nel campo del trasferimento delle conoscenze e della formazione nella disattivazione nucleare. L'Agenzia è lieta di beneficiare di tale esperienza e di aiutare Sogin a condividerla con i nostri Stati membri».

Come si smantella una centrale nucleare Le procedure per smantellare i siti nucleari, siano essi piccoli reattori per usi scientifici o grandi centrali per la produzione di energia, «sono tecnicamente molto complesse, anche perché riferite ad impianti che non erano stati progettati e realizzati per essere smantellati» ci ha spiegato Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin.

La prima fase del decommissioning è stata completata. È la più pericolosa perché comporta l'allontanamento del combustibile nucleare che è stato portato quasi del tutto in Inghilterra e in Francia per il riprocessamento - operazione che consente il riutilizzo del 96-97% del materiale fissile.

Le altre fasi - semplificando molto - comportano la cosiddetta caratterizzazione radiologica degli impianti (ovvero capire come e quanto sono state contaminate alcune parti delle centrali), la decontaminazione delle strutture, la demolizione degli edifici e, infine, la caratterizzazione radiologica del sito.

Tutte queste operazioni vengono svolte mantenendo sempre in sicurezza gli impianti nei quali si lavora.

È POSSIBILE RICICLARE UNA CENTRALE NUCLEARE? Le capacità e le esperienza maturate in questi ultimi anni hanno persino permesso di applicare il principi dell'economia circolare anche al decommissioning di una centrale nucleare. Se infatti la gestione dei rifiuti radioattivi prevede la raccolta e lo stoccaggio in appositi depositi temporanei, tutti gli altri materiali prodotti dallo smantellamento, come ferro, rame o calcestruzzo possono essere recuperati e riciclati. E non sono pochi: il 90% dei materiali di una centrale è composto da calcestruzzo e metalli che, una volta decontaminati, possono essere avviati al riciclo.

Il percorso di Sogin. Il rapporto tra Sogin e gli esperti AIEA ha avuto un forte impulso a partire dal 2017 quando, su richiesta del Governo italiano, l'agenzia Onu ha avviato una revisione indipendente (tecnicamente detta Peer Review) dell’intero programma di decommissioning degli impianti nucleari italiani.

Nel 2018, è stata realizzata una analisi tecnica sullo smantellamento dei reattori delle centrali nucleari di Trino e Garigliano. Anche in questa occasione, IAEA ha espresso un parere positivo.

Nel 2019, infine, è stato approfondito il tema della sostenibilità e dell’economia circolare nel decommissioning nucleare.

«Con la cerimonia di oggi – ha dichiarato l’Amministratore Delegato, Luca Desiata – Sogin viene designata “IAEA Collaborating Centre”, un riconoscimento prestigioso a livello internazionale che certifica l’eccellenza del nostro know-how nello smantellamento degli impianti nucleari. L’accordo si colloca in un percorso di collaborazione, avviato nel 2017, che ci ha consentito di acquisire il parere autorevole dell’Agenzia sulle nostre attività di decommissioning nucleare».

18 settembre 2019
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

Nel nuovo numero di Focus Storia esploriamo l’affascinante mondo dell’antico Egitto. Partendo da un’intervista al direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, celebriamo i 200 anni di storia del primo museo al mondo dedicato agli Egizi. Raccontiamo poi le collezioni che hanno attraversato il tempo e le straordinarie scoperte di Schiaparelli, l’archeologo che trasformò il museo torinese.

L’articolo "Geniale Champollion" ripercorre le intuizioni del linguista che decifrò i geroglifici, mentre in "Egittologia made in Italy" celebriamo i pionieri italiani della disciplina. Concludiamo questa sezione con "Salvate Abu Simbel", che narra il salvataggio dei maestosi templi minacciati dalle acque.

 

Non mancano gli approfondimenti storici:

  • Alla gogna: il processo a Oscar Wilde, che pagò caro il suo anticonformismo.
  • Carabinieri a Creta: una missione di pace italiana nel cuore del Mediterraneo.
  • La favola di Natale: la commovente storia di Giovannino Guareschi, che trovò la speranza in un lager nazista.

 

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, puntiamo i riflettori su un tema cruciale: la prevenzione. Attraverso il dossier  esploriamo come scienza, tecnologia e medicina stanno rivoluzionando il nostro approccio alla salute e al benessere.

Un viaggio tra scoperte e innovazioni per vivere meglio e più a lungo. Dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alle ultime tecniche per diagnosticare precocemente il cancro, fino all'importanza della salute mentale e alle nuove frontiere della nutrizione.

Raccontiamo inoltre la scoperta di Lucy, il fossile che ha riscritto la nostra storia evolutiva, e immaginiamo cosa sarebbe accaduto se Costantino non avesse legalizzato il Cristianesimo. Scopriamo anche perché "avere la testa tra le nuvole" è fondamentale per il cervello e sveliamo le forme morbide della natura, quelle curve nascoste che definiscono il mondo vivente.

ABBONATI A 31,90€
Follow us