Quando il sole non perdona è bene correre ai ripari: lo sanno anche le piante che, per difendersi dalla troppa luce, utilizzano particolari molecole come schermo protettivo contro i raggi solari. Perché la luce, indispensabile per la fotosintesi, se è eccessiva può danneggiare le foglie. In questo caso scatta però un meccanismo di difesa, detto "fotoprotezione": alcune molecole di una sostanza interna alle piante, la neoxantina, si richiudono su se stesse formando una barriera che respinge i raggi solari in eccesso e li trasforma in calore a bassa intensità, subito disperso nell'ambiente. L'intero processo dura meno di un miliardesimo di secondo, ma - grazie a sofisticati strumenti ottici - un'equipe di ricercatori dell'università britannica di Sheffield ha potuto osservarlo minuziosamente per la prima volta. Lo studio apre la strada a una nuova linea di ricerca su vegetali "ogm" resistenti ai cambiamenti climatici, ma non solo. Alexander Ruban, coautore dello studio, ritiene infatti che approfondire questo meccanismo di difesa potrebbe portare a un passo in avanti significativo nello sviluppo di nuove tecnologie a energia solare.