Torna l'Open Gate alle centrali del vecchio nucleare italiano, ancora in dismissione: un percorso turistico-scientifico attraverso una sfortunata eccellenza italiana. L'iniziativa, coordinata e condotta da SOGIN nel fine settimana del 13 e 14 aprile, conesente di visitare gli impianti di Trino (Vercelli), che raggiunse il record mondiale di funzionamento a piena potenza, Caorso (Piacenza) - il più grande del nostro Paese, Latina, la primogenita centrale italiana, all'epoca del suo avvio la più potente d'Europa, e Garigliano (Caserta), con la caratteristica "sfera bianca" che racchiude il reattore, la prima con tecnologia BWR (Boiling Water Reactor) a entrare in esercizio in Europa. Alle visite si accede esclusivamente previa iscrizione sul sito di SOGIN, entro domenica 31 marzo, e fino a esaurimento dei posti previsti.
Nei tour, della durata di circa due ore, i tecnici Sogin guideranno i visitatori nei luoghi che rappresentano un pezzo di storia industriale del nostro Paese, come le sale controllo dalle quali si governava l'esercizio del reattore, e racconteranno il lavoro che svolgono ogni giorno per smantellare gli impianti e gestire i rifiuti radioattivi, con l'obiettivo di chiudere definitivamente quella pagina del nucleare italiano. In occasione di questa terza edizione dell'Open Gate è stato già predisposto un profilo Instagram per seguire e commentare l'evento con immagini e video.


Dopo lo stop del programma nucleare civile italiano in seguito ai due referendum succeduti ai disastri di Chernobyl (1986) e Fukushima (2011), le centrali elettronucleari nostrane sono oggi in avanzata fase di smantellamento (il decommissioning): il combustibile nucleare è stato portato quasi del tutto in Inghilterra e in Francia per il riprocessamento - operazione che consente il riutilizzo del 96-97% del materiale fissile. L'iniziativa museale permetterà quindi di verificare in prima persona lo stato dello smantellamento, l'ottima gestione delle procedure e della sicurezza e i programmi ancora da portare a termine da qui al 2028-2030, che vanno dallo smantellamento degli ultimi edifici al recupero delle aree con la creazione dei parchi tecnologici.
Un ulteriore obiettivo dell'originale tour è però certamente legato alla futura destinazione di quel 3-4% di materiale radioattivo che non si può recuperare col riprocessamento e che nei prossimi anni dovrebbe cominciare a rientrare in Italia, vetrificato in contenitori che dovrebbero essere destinati a un deposito nazionale per il quale tuttavia non si è trovato un accordo (politico e nella società civile) per la sua ipotetica collocazione. L'Open Gate nucleare è dunque anche un'occasione per riaprire il complesso e difficile discorso sulle scorie nucleari.