La California diventa sempre più green. Una legge approvata di recente stabilisce infatti che, a partire dal 1 gennaio 2020, tutte le case di nuova costruzione dovranno disporre di almeno una fonte di energia solare.
Si tratta di una decisione storica, che per la prima volta al mondo viene prese da un ente locale più grande di una singola città. Secondo la California Energy Commission questa norma produrrà una riduzione nell’emissione di CO2 pari al ritiro dalla circolazione di 115.000 autovetture.
Non solo pannelli. La California non è nuova a questo genere di iniziative. La nuova legge si affianca al Climate Commitment varato lo scorso anno che impegna lo stato a produrre metà della propria energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030.
Oltre che l’installazione di pannelli solari, la nuova legge prevede nuovi standard per migliorare l’isolamento termico degli edifici e l’obbligo di installare fonti luminose a basso consumo per tutte le costruzioni non residenziali.
La norma favorirà tramite sgravi fiscali l’installazione di sistemi di raffrescamento a pompa di calore e di batterie per immagazzinare l’energia elettrica prodotta in eccesso durante il giorno.
Quanto costa il verde. Le nuove disposizioni non sono però state accolte da tutti con grande entusiasmo: la paura è che l’inevitabile aumento del costo degli immobili causato da queste nuove tecnologie non si ripaghi in termini di bollette elettriche più leggere.
Ma è davvero così? Numeri alla mano, la California Energy Commission prova a fare un po’ di chiarezza: a fronte di un maggior costo di $9.500 dollari, i nuovi impianti dovrebbero garantire un risparmio in bolletta di 633 dollari l’anno.
Ciò significa che, al netto dell’inflazione, l’investimento dovrebbe ripagarsi in poco più di 15 anni. Dal 16° anno si dovrebbe iniziare a guadagnare e visto che la durata media di questi apparecchi è di circa 30 anni, il conto economico sembra essere vantaggioso.
Più verde, più ricco. Le politiche messe in pratica dallo stato della California negli ultimi anni, hanno permesso allo stato di spezzare il circolo vizioso secondo il quale un maggior sviluppo economico implica maggiori emissioni di CO2.
Secondo gli ultimi dati tra il 2000 e il 2014 la California ha ridotto le emissioni nocive del 6,3% mentre la sua economia è cresciuta del 28,3%.