Anche in Olanda stanno progettando un maglev, un treno ad alta velocità a levitazione magnetica. Che però, a differenza per esempio di quello giapponese da 603 km/h, non è destinato al trasporto di passeggeri, quanto a rivoluzionare lo stoccaggio dell'energia elettrica.
Il concept, presentato dall'Energy Research Centre (ECN), prevede di costruire una rotaia sotterranea dentro un tunnel circolare con un raggio di 2,5 km.
VELOCITÀ DA FANTASCIENZA. All'interno del tunnel, mantenuto sottovuoto, corre un treno sospeso realizzato appunto secondo il principio dei maglev e capace di raggiungere i 2.000 km/h. I progettisti lo definiscono "di pura massa": non sarebbe un treno nel senso tradizionale del termine, quanto di un oggetto privo di spazi interni, una massa in movimento, appunto.
La velocità prevista è da primato: basti pensare che l'Hyperloop di Elon Musk, uno dei progetti più avanzati nel settore, arriverebbe "solo" a 1.200 km/h (certo, trasportando persone).
La batteria più veloce del mondo. Ma se non deve far viaggiare gli olandesi da Amsterdam a Utrecht, a cosa serve allora il maglev dell'ECN? Si tratta, volendo riassumere ai minimi termini, di una enorme batteria.
Quando le fonti di energia rinnovabile collegate alla rete nazionale producono più energia di quanta ne sia consumata al momento, questo surplus viene convogliato sottoterra per alimentare la corsa del maglev. Quando invece la richiesta di corrente supera la disponibilità, l'energia cinetica del treno - che ormai procederebbe per forza di inerzia - viene riconvertita in elettricità e riversata nella rete.
Stando alle previsioni, la resa di questo originale sistema di stoccaggio sarebbe altissima e permetterebbe di conservare il 10% del fabbisogno quotidiano dell'Olanda, in modo da compensare le fluttuazioni della produzione di elettricità. Il maglev potrebbe immagazzinare 2,5 gigawatt di potenza per otto ore, o 400 megawatt per 48 ore.
Come funziona il treno-batteria, graficamente (1:31)
La sfida dell'immagazzinamento. Quello dell'accumulo su larga scala è un punto nodale per i prossimi sviluppi dell'energia rinnovabile, per far sì che il suo contributo sia costante anche quando le condizioni esterne limitano la produzione di elettricità (per esempio, la mancanza di vento per le fonti eoliche o di luce per quelle solari). Nonostante una spesa per la realizzazione stimata fra uno e due miliardi di euro, secondo l'ECN il suo sistema costerebbe comunque il 10% delle altre tecnologie di stoccaggio attualmente in fase di sviluppo.
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