Alcune delle più drammatiche immagini riprese durante i test di esplosioni nucleari realizzati dagli Stati Uniti tra il 1945 e il 1962 in Nevada e sulle isole Marshall sono state restaurate e rese disponibili in un archivio appositamente creato dal Lawrence Livermore National Laboratory della California e in parte sono visibili su YouTube (nel video qui sopra invece abbiamo montato alcuni estratti delle esplosioni più significative).
I video, lunghi da pochi secondi fino a 7 minuti, giacevano nel laboratorio ancora su pellicola, ma a distanza di 60-70 anni hanno incominciato a mostrare segni di decomposizione e quindi si è intervenuti per digitalizzarli e renderli disponibili a chiunque li voglia vedere o studiare.
Al momento ne sono stati lavorati circa una sessantina, ma pian piano si spera di poter rendere fruibili i 10.000 video ancora presenti nel laboratorio. Ovviamente ogni esplosione veniva ripresa da decine di telecamere per osservare e studiare gli effetti a diverse distanze. Di questi video al momento ne sono stati declassificati 750 e 64 sono stati restaurati e resi pubblici. C'è dunque, ancora molto lavoro da realizzare.
Oltre 200 test in atmosfera. «Ancora oggi fa impressione osservare quanta energia viene rilasciata durante un'esplosione. Queste immagini devono aiutarci a capire quanto devastanti possono essere simili esplosioni e quindi si spera che oggi e per sempre vi sia una riluttanza nell'utilizzare di nuovo armi di questo genere», ha detto Gregory Spriggs, un fisico specializzato in armi è responsabile del progetto Livermore.
I test nucleari andavano di pari passo con l'utilizzo delle bombe che vennero sganciate su due città del Giappone nel 1945 e che uccisero centinaia di migliaia di persone.
È stato calcolato che vennero realizzati oltre 200 test nucleari in atmosfera in parte sulle isole del Pacifico e in parte nel deserto del Nevada. Furono molte migliaia - alcuni sostengono addirittura 400.000 - i soldati e i marinai americani che osservavano le esplosioni in mare o in trincee appositamente costruite a pochi chilometri dai luoghi dove si sarebbe scaricata l'energia delle atomiche.
Effetti devastanti. Scrisse Frank Farmer, un militare che assistette a 18 detonazioni atomiche nel 1958 mentre si trovava su una nave nel Pacifico: «Anche a distanza di chilometri si sentiva il calore dell'esplosione e la luce era così brillante che si potevano vedere le ossa delle proprie mani».
Solo nel 1963 si arrivò ad un trattato internazionale che vietava i test atmosferici, da quel momento gli Stati Uniti iniziarono a realizzare sperimentazioni all'interno della crosta terrestre.
Utili ancora oggi. Secondo Spriggs le immagini possono essere ancora utilizzate per ottenere informazioni: le attuali tecnologie infatti, permettono di studiare il comportamento delle onde d'urto, come la loro intensità e velocità, che sono causa di un gran numero di morti in caso di esplosioni di tal genere, che un tempo non si potevano studiare