Una guerra che sembra non avere fine sta trascinando nell'indigenza milioni di persone in tutto il mondo: a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia causato dal conflitto tra Russia e Ucraina ci sarà un nuovo balzo della povertà estrema, che potrebbe coinvolgere tra i 78 e i 141 milioni di persone in ogni parte del Pianeta.
Ricadute concrete. I rincari energetici legati all'invasione dell'Ucraina, alle sanzioni e al ricatto sul gas della Russia si ripercuotono sul bilancio delle famiglie in molti modi diretti o indiretti - dagli aumenti in bolletta al caro trasporti, al rialzo dei prezzi del cibo. Uno studio pubblicato su Nature Energy ha calcolato che la guerra porterà a un aumento dei costi dell'energia sostenuti dai consumatori compreso tra il 62,6% e il 112,9%, e a un incremento tra il 2,7% e il 4,8% delle spese familiari per il costo della vita.
Differenze geografiche. Un team internazionale di scienziati delle Università di Birmingham (Regno Unito), Groningen (Paesi Bassi) e del Maryland (USA), in collaborazione con l'Accademia Cinese delle Scienze, ha calcolato in che modo stanno cambiando i costi addizionali per l'energia sostenuti dalle famiglie rispetto a prima dell'invasione dell'Ucraina.
L'analisi è stata condotta per 116 Paesi e tra uno e l'altro sono emerse importanti differenze, dovute sia ai diversi modelli di consumo sia al livello di dipendenza delle varie nazioni dai combustibili fossili. Poiché la Russia è uno dei principali esportatori di petrolio e gas naturale, i Paesi che dipendono fortemente da queste fonti energetiche sono alle prese con problemi di approvvigionamento e insostenibili costi di importazione.
Per i poveri va sempre peggio. «A causa dell'iniqua distribuzione del reddito, l'aumento dei prezzi dell'energia impatterà sulle famiglie in modi molto diversi. L'inaccessibilità dei prezzi energetici e di altri beni necessari spingerà popolazioni già vulnerabili nella povertà energetica e persino nella povertà estrema», spiega Yuli Shan, tra gli autori dello studio. I nuclei familiari dei Paesi dell'Africa subsahariana saranno quelli maggiormente colpiti dai rincari.
A livello globale, i gruppi di persone più benestanti dovranno affrontare un aumento dei costi dell'energia per beni e servizi non necessari e dall'elevato valore aggiunto, mentre quelli più poveri si accorgeranno dei rincari soprattutto nel provvedere ai bisogni quotidiani come il cibo e le spese dirette per l'elettricità e il riscaldamento domestici.
È questo il futuro che vogliamo? «Nei Paesi più poveri, l'aumento del costo della vita mina i progressi conquistati a fatica nell'accesso all'energia e nella lotta alla povertà», commenta Klaus Hubacek, tra gli autori.
E se nel breve termine occorre trovare politiche per garantire l'accesso all'energia e alle altre necessità di base, allo stesso tempo bisogna assicurarsi che gli interventi più sostanziali siano in linea con le strategie di mitigazione della crisi climatica e dello sviluppo sostenibile. «Questa crisi globale senza precedenti - conclude Shan - ci ricorda che un sistema energetico altamente dipendente dai combustibili fossili non fa che perpetuare i rischi della sicurezza energetica, e accelerare la crisi climatica».