La National Space Society (NSS), una delle più importanti organizzazioni private per lo sviluppo delle ricerche spaziali per fini benefici per l'umanità, ha deciso di sostenere il piano aggiornato del Giappone per lo sfruttamento dell'energia solare spaziale. Il piano prevede una dimostrazione in orbita terrestre di un sistema che, attraverso un satellite appositamente costruito, raccoglierà energia dal Sole per rimandarla sulla Terra.
Nel 2025? Un primo esperimento dovrebbe essere realizzato entro il 2025. È, questa, una strada che potrebbe portare sulla Terra energia pulita praticamente illimitata e aiutare a "svezzare" la società dall'inquinamento dei combustibili fossili. Spiega Dale Skran, responsabile della NSS: «L'energia solare spaziale può fornire alle persone della Terra enormi quantità di energia pulita e priva di emissioni di carbonio, ogni giorno, 365 giorni all'anno. Non è necessaria una nuova comprensione della fisica, ma dobbiamo solo spendere soldi ora, per rendere questa tecnologia alla portata di tutti».
Al di fuori dell'atmosfera terrestre, la luce del Sole è fino a 11 volte più intensa rispetto a quella che raggiunge la Terra e tutta l'energia raccolta lassù potrebbe essere trasmessa a Terra sotto forma di microonde e riconvertita in energia elettrica.
Fantascienza? Macché! Nonostante l'ipotesi possa sembrare quasi fantascientifica, non si tratta di un'idea nuova: esistono già le tecnologie che permettono di ottenere risultati importanti. Tant'è vero che il Regno Unito ha già da tempo sviluppato una proposta per fornire un proprio satellite solare spaziale che possa essere operativo entro il 2040.
Il concetto di energia solare spaziale è stato proposto per la prima volta dal pioniere russo dei razzi Konstantin Tsiolkovsky oltre 100 anni fa, ma è rimasto chiuso… nelle trame di certe storie di fantascienza, fino a quando non sono emersi i primi progetti di ingegneri negli anni '60 e '70. Con i recenti progressi e l'avvento di tecnologie che stanno rendendo i lanci molto più economici, sembra giunto il momento buono per promuovere le tecnologie chiave che dimostrerebbero la fattibilità pratica di questo tipo di progetto.
È il momento! Spiega John Mankins, un esperto riconosciuto di energia solare spaziale: «Tradizionalmente l'energia solare spaziale è stata considerata un progetto tecnicamente fattibile, ma non economicamente competitiva con altre forme di produzione di elettricità. Tuttavia, i progressi della robotica dovrebbero rendere la costruzione e il funzionamento di grandi sistemi spaziali molto meno costosi rispetto all'impiego di astronauti (previsto quando si iniziò a parlare di energia solare spaziale, ndr) che debbano lavorare nello spazio.
Inoltre una nuova generazione di veicoli di lancio molto potenti, a basso costo e riutilizzabili, come Starship di SpaceX, si stanno avvicinando rapidamente a diventare realtà e, con essi, la possibilità di lanciare grandi carichi nello spazio a costi molto contenuti».
I design modulari saranno costituiti da milioni di "pannelli sandwich" autoassemblanti delle dimensioni di una scatola per pizza, con celle solari da un lato e trasmettitori dall'altro: questo, secondo l'esperto, porterà grandi economie di scala, rendendo l'energia solare spaziale molto più conveniente che mai.