Energia

Nuovo rinvio per ITER, il reattore a fusione

L'ennesimo slittamento e nuovi finanziamenti: a questo punto ITER, il reattore a confinamento magnetico per la fusione nucleare, sarà forse acceso nel 2025.

Dovranno passare altri 9 anni prima che ITER diventi operativo: la data per arrivare al plasma nel gigantesco prototipo di reattore a fusione nucleare è stata spostata di altri 5 anni, e non è la prima volta.

In costruzione a Cadarache, nel sud della Francia, ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) è una macchina da 18 miliardi di euro che mira a dimostrare la possibilità di fondere nuclei di idrogeno per formare elio e rilascare una enorme quantità di energia praticamente pulita.

La fusione nucleare è un processo naturale nel Sole e nelle stelle: avviene a temperature di circa 10 milioni di gradi, molto più basse di quelle previste per ITER, ma a pressioni straordinariemente elevate e impossibili da replicare sulla Terra, dove devono essere compensate dai milioni di gradi centigradi in più. © NASA

Con questa macchina e questa tecnologia, per raggiungere l'obiettivo (una "normale" reazione solare) è necessario che due isotopi dell’idrogeno (due atomi di idrogeno con diverso numero di neutroni), il deuterio e il trizio, si incontrino a temperature dell’ordine dei 100-150 milioni di gradi.

Il cuore di ITER è un enorme contenitore al cui interno vi sarà il plasma (gas surriscaldato) di deuterio e trizio, circondato da potenti magneti superconduttori per contenere il plasma, acceleratori di particelle e generatori di microonde per riscaldare il tutto.

All'Italia 10 magneti. La costruzione di ITER è parcellizzata tra i numerosi Paesi che partecipano al progetto (Europa, Cina, India, Giappone, Russia, Corea del Sud e Stati Uniti) e questo se da un lato permette di avere i fondi necessari per un progetto talmente gigantesco, dall’altro ha causato enormi ritardi - che tra l'altro hanno fatto levitare i costi.

In Italia si stanno costruendo 10 dei 19 magneti previsti dal progetto: sono gigantesche bobine di cavi superconduttori a forma di “D” del peso di oltre 300 tonnellate che ASG Superconductors sta realizzando nei suoi stabilimenti di La Spezia.

Quando un atomo di deuterio si fonde con uno di trizio si producono elio ed energia.

Scopo delle bobine è quello di produrre un campo magnetico circolare (toroidale), capace di imprigionare e contenere in sospensione il plasma alla temperatura di 100-150 milioni °C.

In pratica, devono creare un impressionante scudo magnetico che intrappoli e compatti il gas incandescente, tenendolo lontano dalle pareti del reattore di ITER, per dare modo agli atomi di idrogeno di fondersi e produrre energia.

Elettricità tra 30 anni, forse. L’ultima revisione del progetto ha richiesto altri 4,5 miliardi di euro ai vari Paesi e spostato in là di circa 5 anni l’accensione della macchina. «Con questo nuovo rifinanziamento», ha dichiarato Bernard Bigot, direttore generale di ITER, «abbiamo la certezza di far funzionare la macchina entro il 2025 e nei costi previsti con l'ultima revisione.»

Va tuttavia ricordato che ITER non è una vera centrale a fusione: da questo incredibilmente grande e costoso progetto non si potrà ottenere energia da distribuire. Il suo scopo è "solamente" quello di studiare la fusione nucleare e un meccanismo replicabile per ottenerla.

Se dopo una decina di anni di studi, dopo la messa in funzione, si arriverà a risolvere tutte le problematiche tecnologiche e di produzione di energia, allora si darà il via alla costruzione della prima vera centrale a fusione nucleare, che presumibilmente richiederà almeno altri 10 anni.

Se mai la fusione potrà diventare realtà con questa tecnologia, la prima lampadina si accenderà tra 30 anni almeno. Se tutto va come previsto, insomma, sarà forse giusto prima che le fonti primarie di energia si esauriscano.

17 giugno 2016 Luigi Bignami
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