L’energia elettrica prodotta nel mondo a partire dal carbone è scesa del 14% durante la prima metà del 2016. Lo rivela un rapporto della Global Coal Plant Tracker.
La produzione di energia dal carbone era già in discesa, negli ultimi anni, ma a tassi notevolmente inferiore a quanto successo in questi primi 6 mesi del 2016. Secondo i dati, l’energia elettrica prodotta da carbone è scesa da 1.090 gigawatt all’inizio del 2016 a 932 GW in luglio. La riduzione, 158 gigawatt, è paragonabile a tutta l’energia prodotta da carbone nell’Unione Europea. Ma non sono stati i Paesi europei gli artefici principali della riduzione, bensì la Cina (-114 GW) e l’India (-40 GW).
I nuovi Paesi virtuosi. Negli ultimi mesi Cina e India avevano annunciato importanti provvedimenti mirati a una forte riduzione delle centrali a carbone. Anche altri Paesi del sudest asiatico hanno seguito il loro esempio: il Vietnam, ad esempio, ha rivisto il suo piano energetico e cancellato o rinviato la costruzione di nuve centrali a carbone per un totale di 23 GW, e l’Indonesia, che ha spostato a data da definire la costruzione di centrali a carbone per 7 GW.
Non basta. Va comunque sottolineato che nonostante questi risultati, benché positivi per la riduzione di gas serra e di particolato atmosferico, l’uso del carbone nel mondo (con i tanti progetti di costruzione di nuove centrali) produrrà una quantità di anidride carbonica che non permetterà di contenere l’aumento della temperatura terrestre al di sotto di 1,5 °C.
Le proiezioni suggeriscono che non diminuiranno neppure i decessi correlati all’inquinamento atmosferico, che secondo la International energy agency (IEA) sono 6,5 milioni di persone l'anno.