Il plutonio è un elemento fissile, molto raro sulla Terra in quanto residuo della formazione del nostro Sistema Solare e ormai quasi del tutto scomparso per effetto del suo decadimento in altri elementi: la maggior parte del plutonio esistente proviene perciò da reattori per la ricerca scientifica o da reattori appositi per la produzione di questo elemento.
In piccole percentuali si ottiene anche dal riprocessamento del combustibile esausto di una centrale nucleare (vedi Rifiuti nucleari: che fare?), ma per quanto possa avere applicazioni militari non è della "gradazione giusta" per la costruzione di bombe nucleari. Il minerale utilizzabile in ambito militare è prodotto a partire da uranio ad alto o altissimo arricchimento (dal 20% in su: vedi anche il nostro multimedia L'Uranio serve ricco)
Questo in parte spiega sia i motivi delle tensioni internazionali attorno alla questione dell'arricchimento dell'uranio e della proliferazione nucleare, sia le ragioni di alcuni Paesi - come Russia e Stati Uniti - che ostacolano la diffusione di alcune tecnologie di riprocessamento per evitare la diffusione di competenze in questo ambito critico.
Con le tecnologie civili di riprocessamento adottate da altri Paesi, come la Francia o l'Inghilterra, si ottiene un prodotto riutilizzabile solamente come combustibile: utilizzato in varie combinazioni con l'uranio dà luogo al MOX - un ossido di uranio e plutonio che può essere utilizzato nelle centrali francesi EPR - o al MOX2, un combustibile ancora in via di sperimentazione.