Energia

Cara bolletta, col nucleare sarai ancora più cara!

Gli investitori che entreranno nell'affare nucleare dovranno impegnare almeno tre miliardi di euro a centrale senza guadagnarci un soldo per cinque o più anni... Dove li prenderanno? Dalle nostre bollette? [Raymond Zreick, 20 novembre 2009]

Tra le tesi a sostegno del nuovo programma nucleare italiano ce n'è una particolarmente cara al ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che in pubblico non si lascia mai sfuggire l'occasione per ribadire che «la bolletta elettrica degli italiani è la più cara d'Europa», e che noi oggi «paghiamo l'elettricità il 30% in più di tutti gli altri».

NO Molti "italiani" pagano invece l'elettricità meno che in altri Paesi: tra il 60 e l'80% delle famiglie (la maggioranza della popolazione) per casa propria risparmia oggi dal 4 al 32% rispetto alla stessa famiglia in Spagna, Portogallo e Germania, per esempio. Sono gli italiani che consumano in media 2.500-2.700 kWh l'anno, e anche se oggi l'elettricità costa molto più di quattro/cinque anni fa, sono ancora "in vantaggio". Anche considerate le molte differenze nella modalità di raccolta dei dati, i rapporti pubblicati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas (AEEG), da Terna (il gestore della rete elettrica nazionale), da A2A (una delle "utility" che porta la corrente fin dentro le nostre case), da Eurostat (il sistema di rilevazione statistico dell'Unione) lasciano pochi dubbi: ecco un'elaborazione ricavata dai dati Eurostat.

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qui c'è un esempio ricavato dai dati Eurostat

MARKETING NUCLEARE Il ministro nasconde la verità? Be', diciamo che "sistema Italia" (quello delle imprese) ha un gran bisogno di aiuto e il Governo è convinto di riuscirci anche col nuovo piano nucleare. L'atomo, però, è antipatico a molti cittadini, italiani qualunque come voi e me, che, se mai fossero chiamati a dire se sono dubbiosi, favorevoli o contrari, guardandosi in tasca e convinti dalle parole del ministro che lì ci sia la verità potrebbero per questo solo motivo far pendere la bilancia in favore del nucleare, ignorando ogni altro aspetto del discorso. Insomma, è la solita storia: se anche il motivo fosse giusto tu non saresti d'accordo (o non capiresti), allora ti do una verità leggermente ammaestrata. Perciò "italiani" anziché "imprese", come se non potessimo condividere la preoccupazione per le imprese.

IL MIX ENERGETICO Il contorno è poi tutto tecnologico. Il DDL Sviluppo (vedi su Focus.it) traccia le linee guida che dovrebbero cambiare il panorama energetico italiano. Nello scenario preferito dal Governo in Italia si dovrebbe arrivare al 25% di produzione di elettricità da fonti rinnovabili e introdurre un 25% da nucleare, per ridurre al 50% (dall'attuale 80) la produzione da fonti fossili (gas, petrolio, carbone).

RINNOVABILI AL 25% Gli obiettivi economico e ambientale (riduzione della CO2) coincidono e, tutto sommato, per le energie rinnovabili non sono lontani. Nel 2008 la produzione di elettricità da fonte idroelettrica è tornata a crescere, favorita da un'annata piovosa, ed è arrivata al 15% del fabbisogno. Si dice però che l'idroelettrico non possa aumentare più di tanto e che il 17-18% sia il limite massimo che possiamo aspettarci di ottenere in Italia. Il geotermico ristagna, ma l'eolico segna un buon passo in avanti rispetto al 2007 e ancora più interessante è il progresso del solare fotovoltaico che è aumentato di 10 volte in un anno (anche se complessivamente il suo contributo è ancora trascurabile). E il successo del solare è certamente dovuto a una politica di incentivi (il "conto energia") sorprendentemente intelligente ed efficace. Nel complesso tutte le rinnovabili insieme sono arrivate al 20-21% del fabbisogno: il 25% non è forse dietro l'angolo ma non è neppure un miraggio, e non è un'illusione credere che si possa fare anche qualcosa in più.

BOLLETTA NUCLEARE L'atomo invece è un argomento che scotta parecchio e i "favorevoli a ogni costo" usano qualche trucco di marketing per renderlo più simpatico, come appunto l'ipotizzato risparmio. Anche perché c'è il rischio concreto che la nostra bolletta possa al contrario diventare più cara, nell'immediato, e proprio a causa del nucleare: gli investitori - esposti per tre/quattro miliardi di euro a centrale e con la prospettiva di non guadagnarci un soldo per cinque, dieci o più anni - potrebbero per esempio caricare sulla bolletta dei cittadini dell'area interessata parte dei costi di produzione. Come già succede in altre parti del mondo, a partire dagli Usa.
E non è tutto: ancora nessuno ha detto quanto costerà la gestione dei rifiuti radioattivi. Né chi la pagherà forse con largo anticipo... Volete tirare a indovinare? Comunque, per essere precisi nessuno ha detto neppure come gestire i rifiuti in sicurezza per secoli e millenni, che è il più critico dei problemi non risolti di questa tecnologia.

19 novembre 2009
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