Un nuovo sistema di recupero e potabilizzazione delle acque consentirà agli astronauti della ISS di recuperare e rendere bevibile ogni goccia del prezioso liquido, sudore e pipì compresi (Alessandro Bolla, 24 novembre 2008).
Nello spazio l’acqua è un bene prezioso: farne arrivare un litro sulla ISS costa circa 5.000 euro. Ecco perché gli astronauti che vivono per mesi a bordo della Stazione Spaziale non possono sprecarne nemmeno una goccia: un complesso sistema di potabilizzazione consente di recuperare il vapore che proviene dalle docce e addirittura quello prodotto dalla traspirazione del corpo all’interno delle tute spaziali. Ma da un paio di settimane la Nasa ha osato l’inosabile e il 14 novembre ha spedito sulla ISS un nuovo sistema per il recupero delle acque che permetterà agli scienziati di attingere senza rischi alla più abbondante risorsa idrica presente a bordo: la loro pipì.
Chiare, fresche, dolci acque. Sviluppato fin dal 1993, questo complesso impianto sottopone le urine a una prima distillazione rimuovendo eventuali particelle solide. Il liquido viene poi decontaminato tramite multifiltraggi e trattamenti osmotici. L’ultima potabilizzazione avviene in uno speciale reattore che "rompe" le impurità ancora presenti nel fluido scindendole in acqua, anidride carbonica e ioni. Un controllo finale assicura la purezza dell’acqua e l’assenza di microbi. Grazie a questo sistema la Nasa potrà risparmiare fino a 400.000 euro l’anno in costi per la spedizione di acqua in orbita. I primi giorni di funzionamento del nuovo dispositivo non sono però stati entusiasmanti: il super potabilizzatore si è infatti guastato dopo aver distillato appena 3 litri e mezzo di pipì... Gli scienziati stanno lavorando alla soluzione del problema, ma a quanto pare non ci sono ancora riusciti.