Finalmente una buona notizia: tra qualche anno il pieno si potrà fare direttamente… in discarica, con un notevole risparmio non solo in termini economici, ma anche ambientali.
Un team di ricercatori degli Argonne National Laboratory (ANL) ha infatti recentemente messo a punto un bioreattore portatile in grado di convertire rifiuti di diverso tipo in un carburante ecologico che può essere immesso direttamente nei serbatoi dei veicoli e dei generatori diesel.
Dov'è la novità?
La produzione di biocarburante dai rifiuti non è certo una novità: già da anni sono in funzione in diversi paesi, Italia inclusa, speciali impianti per la produzione di biogas. Il bioreattore degli ANL produce invece un combustibile liquido che può essere utilizzato senza problemi sia da solo, sia insieme al diesel tradizionale, senza bisogno di apportare alcuna modifica ai motori.
Batteri con i superpoteri
L’Endurance Bioenergy Reactor (questo il nome del bioreattore) può digerire scarti di legno, rifiuti alimentari, erba, fogliame, liquami di fogna e trasformarli in fitolo, un alcool con caratteristiche fisiche e chimiche molto simili a quelle del normale gasolio.
Il segreto di questa scatola magica sviluppata da Phil Laible e dai suoi collaboratori è una famiglia di batteri fotosintetici costruiti in laboratorio che si nutrono di rifiuti organici e producono, come scarto, il prezioso combustibile.
Il progetto è frutto di una collaborazione tra gli Argonne National Laboratories e la US Air Force, che è molto interessata a trovare una soluzione pratica per rendere le truppe dislocate in zone "calde" il più possibile indipendenti dai rifornimenti di carburante. Secondo una statistica dell’esercito a stelle e strisce il 15% degli incidenti subiti dai militari americani in Iraq coinvolge personale di scorta ai convogli di combustibile.
Indistruttibili o quasi
I batteri prodotti dagli scienziati sono inoltre molto resistenti: una volta disidratati per congelamento possono essere spediti in tutto il mondo e sono già pronti all’uso. Basta immergerli nella vasca di fermentazione e grazie all’energia tratta dalla luce possono immediatamente iniziare la loro preziosa digestione.
La tecnologia sembra promettente anche per utilizzi civili,soprattutto nelle zone colpite da catastrofi naturali: un po’ di immondizia e qualche bioreattore potrebbero dare, nel giro di poche ore, corrente elettrica, acqua calda, luce e riscaldamento a un ospedale da campo o a un rifugio d’emergenza.
Secondo gli scienziati un singolo bioreattore potrebbe essere operativo 2-4 giorni dopo la sua installazione e dal quel momento sarebbe in grado di produrre 100-200 litri di fitolo al giorno.
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