Entro un paio d'anni saranno varate le prime centrali nucleari galleggianti. Forniranno energia agli impianti di estrazione petrolifera situati in zone polari. Costano poco e producono molto. Ma i rischi? (Franco Severo, 16 luglio 2009)
La Russia varerà entro il 2012 il primo di cinque reattori nucleari galleggianti: sarà ormeggiato al largo delle coste orientali della repubblica ex sovietica e fornirà energia a Viluchinsk, una cittadina nella penisola della Kamchatka utilizzata come base per i sommergibili atomici.
L’impianto, la cui costruzione è iniziata lo scorso febbraio, sarà installato su una nave di 144 metri di lunghezza per 30 di larghezza e ospiterà due reattori da 35 megawatt di potenza l’uno. Sarà manovrata da un equipaggio di 69 persone.
Alla ricerca del petrolio esaurito. Facile da spostare da un mare all’altro come una comune petroliera, questa centrale atomica galleggiante potrà essere impiegata anche per alimentare impianti di estrazione petrolifera nelle zone più remote del mondo. Segno forse che petrolio e combustibili vari stanno davvero per esaurirsi e che per estrarli in quantità economicamente convenienti occorre trivellare in luoghi sempre più inaccessibili? Difficile dirlo, visto che dal 1980 nessun paese comunica più lo stato delle riserve. Ma secondo il Servizio Geologico degli Stati Uniti i Poli nascondono tra i loro ghiacci circa il 25% delle riserve mondiali di combustibile e secondo alcuni esperti sono le regioni più ricche di risorse dopo l’Arabia Saudita. I -50° degli inverni artici hanno però fino ad ora reso anti economica la prospezione e l’estrazione in queste zone. Le nuove centrali nucleari portatili cambieranno questa situazione? Sembra proprio di sì, visto che la Gazprom, una delle più grandi compagnie estrattive al mondo, ne ha già ordinata una.
Energia low cost. Il reattore galleggiante costerà circa 227 milioni di euro e, secondo l’azienda costruttrice, produrrà energia elettrica a un costo equivalente a quello delle centrali idroelettriche. Secondo gli esperti il costo di questo impianto è comunque minore rispetto a quello per la costruzione di una centrale a combustibile in zone così scomode da raggiungere come quelle dell’Artico settentrionale.
Fifa atomica. Le centrali galleggianti fanno però molta paura: cosa potrebbe succedere in caso di maltempo estremo, non così raro nei mari del nord? E dove verranno stoccate le scorie visto che ogni 12 anni questi reattori hanno bisogno di un nuovo pieno di materiale fissile?