Quado sarà terminata, se tutto andrà secondo i piani entro il 2018, sarà la centrale solare più grande al mondo e occuperà un’area grande come 3.400 campi da calcio (circa 3.000 ettari): questo gigante delle rinnovabili si trova in Marocco, in mezzo al deserto, e una volta a regime fornirà corrente a oltre 1 milione di abitazioni.
Lo scorso 11 febbraio il Re del Marocco Mohammed VI ha “acceso” il primo lotto di questo futuristico impianto: 500.000 specchi dislocati su una superficie di 24 kmq in grado di produrre 160 megawatt di energia sufficienti a soddisfare le esigenze di 650.000 persone.
SPECCHIO DELLE MIE BRAME... L’impianto, che è in corso di realizzazione nei pressi della città di Ouarzazate, non è il classico fotovoltaico in scala XXL, ma una centrale solare termica che utilizza le più moderne tecnologie ed è in grado di produrre corrente anche nelle ore notturne.
Gli specchi parabolici catturano l’energia del sole e la concentrano riscaldando dei tubi all’interno dei quali scorre olio. L’olio caldo viene utilizzato per produrre vapore e mettere in moto le turbine che generano l’elettricità.
Bollette meno... salate. Il calore dell’olio viene inoltre impiegato per riscaldare fino a 500°C grandi quantità di sale. A queste temperature il minerale si scioglie conservando così il calore che può essere impiegato per far funzionare i generatori per circa tre ore anche con il buio.
In questo modo la centrale riesce a garantire la produzione di energia per 20 ore al giorno.
Il complesso sfrutta tre diverse tecnologie: un sistema a concentrazione solare da 160 MW (quello appena acceso); un impianto solare termodinamico a specchi parabolici da 300 MW; una serie di collettori parabolici a cilindro da 150 MW complessivi.
Secondo il Climate Investiment Fund, che ha finanziato il progetto con 435 milioni di dollari sui 9 miliardi complessivi, questa centrale avrà fin da subito l’effetto di far crollare fino al 44% il costo dell’energia elettrica in tutta l’Africa settentrionale.
Per il Marocco, che oggi soddisfa il 97% del proprio fabbisogno di energia elettrica grazie alle importazioni dall’estero, si tratta di un grande passo verso l’indipendenza economica. Il Governo del paese punta a produrre il 42% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2020.