Contro alcuni tipi di linfomi e di leucemie acute, e ora anche contro il mieloma multiplo, la novità è rappresentata dalle CAR-T: cellule del paziente ingegnerizzate e guidate verso la sua malattia per attaccarla. Ma come si prepara un centro specializzato per erogare queste terapie avanzate? Lo abbiamo chiesto al professor Massimo Martino, Direttore del Centro Trapianti Midollo Osseo del Grande Ospedale Metropolitano "Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria.
Una terapia all'avanguardia, che fa nascere speranze nella cura delle neoplasie ematologiche, ovvero di alcuni tipi di linfomi, leucemie e mielomi: in pratica, contro la malattia del paziente non si interviene con un farmaco, uguale per tutti, ma in modo personalizzato, "insegnando" ai linfociti del paziente stesso a riconoscere le cellule tumorali e a eliminarle. Ma attenzione, queste terapie con le CAR-T (così si chiamano le cellule prodotte per ciascun paziente, a partire dai suoi linfociti) possono essere erogate solo presso centri specializzati e certificati, dopo un'accuratissima selezione del paziente, come ci spiega il professor Massimo Martino, responsabile del centro CAR-T di Reggio Calabria.
Quali certificazioni deve avere un centro per essere autorizzato dall'AIFA (Agenzia italiana del farmaco) a erogare queste terapie?
Innanzitutto deve avere la certificazione del Centro Nazionale Trapianti e l'accreditamento JACIE 7.0 per il trapianto allogenico. Si tratta di un accreditamento europeo di qualità per percorsi di cura personalizzati, che indica gli standard necessari a una struttura sanitaria perché possa operare nell'ambito della raccolta, manipolazione e utilizzo clinico di cellule staminali e linfociti.
Oltre a queste certificazioni, che caratteristiche deve avere il Centro?
Deve avere la disponibilità di un'unità di terapia intensiva e la presenza di un team multidisciplinare adeguato alla gestione clinica del paziente e delle possibili complicanze. In pratica, il centro garantisce un percorso di formazione, con protocolli rigidissimi, non solo dei medici e infermieri dell'unità trapianti, ma anche di cardiologi, infettivologi, neurologi, anestesisti, intensivisti. Altra divisione professionale fondamentale è l'unità di farmacia, oltre che il laboratorio per la crioconservazione e per la manipolazione delle cellule e dei linfociti. Tra i centri che hanno tutte queste caratteristiche, le Regioni selezionano quelli autorizzati a erogare queste terapie dopo apposita delibera.
Come arrivano a voi i pazienti?
Tramite i centri che chiamiamo referral, centri ematologici di base, coinvolti per tutta la durata del percorso terapeutico, e nel monitoraggio dei pazienti anche dopo la dimissione dal Centro CAR-T.
Quali caratteristiche hanno i pazienti?
Si tratta di pazienti con mieloma multiplo che hanno già ricevuto almeno tre linee di trattamento (comprendenti un inibitore del proteasoma, un immunomodulante e un anticorpo monoclonale anti-CD38), nei quali la malattia abbia presentato una progressione durante l'ultimo trattamento. Dopo la valutazione di eleggibilità dei pazienti nel centro CAR-T, vengono loro prelevati linfociti T che sono poi inviati presso i laboratori dell'azienda farmaceutica che provvede a ingegnerizzarli, rendendoli capaci di riconoscere e bersagliare un antigene espresso sulla superficie delle cellule cancerose, e quindi re-infusi al paziente. Il ricovero dura circa 3 settimane, poi i pazienti sono dimessi e può essere valutata la possibilità di rientro verso il loro centro referral.
Quanti sono i centri CAR-T in Italia?
Ad oggi circa una trentina, dal nord al sud. In futuro, è auspicabile che ci sia almeno un centro CAR-T per ogni regione. Al sud, per esempio, la Regione Calabria ha capito l'importanza di questo trattamento, anche per evitare viaggi della speranza in altre regioni e consentire ai pazienti di ricevere in tutta sicurezza terapie avanzate vicino alla propria famiglia. Il successo di questa scelta è testimoniato dal fatto che il nostro centro è il primo, al sud, a proporre la nuova terapia CAR-T contro il Mieloma Multiplo.