A novembre 2022 il COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è stata ospitata in Egitto, uno dei Paesi più colpiti dal riscaldamento globale. Quello che in passato è stato il territorio di una delle più grandi civiltà dell'antichità, che ha dato anche una svolta nell'innovazione delle tecnologie idriche per l'agricoltura, oggi è a rischio desertificazione. La crisi idrica è già una realtà e nell'ultimo secolo le temperature qui si sono alzate di almeno 2 gradi.
Accade qui, ma i mutamenti sono di carattere globale. Intervenire con delle politiche efficaci, significa mitigare l'innalzamento delle temperature medie ovunque, non solo in Egitto. Se si superassero i 3 gradi di temperatura media, si assisterebbe al valicamento del limite di sicurezza con grosse conseguenze: i livelli degli oceani si innalzerebbero, rappresentando un rischio di inondazione per esempio per le coste; la siccità inoltre metterebbe a repentaglio l'agricoltura e l'eccessivo caldo rappresenterebbe un pericolo per la salute della popolazione.
Rischi per l'ambiente=rischi per l'economia? Il World Economic Forum (WEF), uno dei principali appuntamenti sull'economia globale, ha pubblicato nel 2021 un rapporto in cui per la prima volta i rischi ambientali risultavano percepiti tra le peggiori minacce per le aziende. La natura ha, quindi, un'importanza economica strategica. E tra i rischi più impattanti del riscaldamento climatico per il prossimo decennio c'è la perdita di biodiversità, che porterebbe al potenziale collasso dei sistemi alimentari e sanitari, con la conseguente interruzione di intere catene di approvvigionamento.
A chi può agire sul futuro, si chiede di diventare più efficienti nell'utilizzare le preziose risorse naturali che offre il pianeta. Tra gli istituti chiamati a cambiare paradigma, ci sono quelli bancari. È importante, infatti, che il cambio di passo parta anche da loro e che lavorino per ridurre l'impatto sulla natura fermando, per esempio, i finanziamenti ai combustibili fossili, limitando la deforestazione, la pesca eccessiva e in generale la distruzione dell'ecosistema.
Agire su questi punti avrebbe dei benefici su molti ambiti a rischio che coinvolgono la comunità: salute, cibo, acqua, servizi igienici, cultura, sviluppo, ambiente sano, standard di vita e diritti umani.
L'impegno concreto dei player bancari: il caso ING
Il settore Banking & Finance può dare un contributo rilevante per contrastare il cambiamento climatico e preservare la biodiversità. ING lo fa concretamente su più fronti.
No al carbone e ai settori più inquinanti. Già a partire dal 2017, ING ha ridotto fortemente i finanziamenti al carbone, uno dei settori più inquinanti, con l'obiettivo di portarli in prossimità dello zero entro il 2025. In 5 anni, l'esposizione è diminuita dell'80%. Nel 2022 ha annunciato che non erogherà finanziamenti a nuovi giacimenti di Oil & Gas.
Sì alle rinnovabili. Nel radar delle nuove realtà da sostenere ci sono le aziende e i settori che perseguono il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Parigi. Nel dettaglio, per esempio, ING ha previsto di aumentare del 50% entro il 2025 i finanziamenti alle rinnovabili. L'Italia è un Paese in cui ING è molto attivo, con circa 2 miliardi di euro erogati per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici negli ultimi 15 anni.
I casi in cui ING dice "Sì ma". Decarbonizzazione e transizione ecologica possono essere complesse e richiedere tempo anche per non creare altri effetti collaterali di tipo sociale. Per questo ING ha dato vita a formule di finanziamento dedicate, legate a condizioni che agevolino dei piani di riduzione dell'impatto climatico in maniera graduale.
L'istituto bancario, per esempio, ha concesso un finanziamento a Prometeon, attivo nel settore degli pneumatici, uno dei più inquinanti. Il criterio che sarà valutato nel tempo è la riduzione degli scarti di lavorazione: maggiore sarà la riduzione degli scarti, più basso sarà il tasso applicato al prestito di cui l'azienda fruisce.
La consulenza per indirizzare l'impatto climatico. Per concludere, c'è anche l'impegno sulla consulenza. Nel settore dell'aviazione per esempio, uno tra i più inquinanti, ING mostra ai clienti come possono migliorare le performance di sostenibilità rendendo più efficienti le operazioni e ottimizzando gli sprechi. Questo, però non è l'unico ambito di intervento per ING, che fornisce servizi di consulenza su come ridurre le emissioni anche in altri settori tradizionalmente molto inquinanti: come quello dell'Energia elettrica, l'Upstream Oil & Gas, l'Immobiliare commercialee quello residenziale, il Cemento, l'Acciaio, l'Automotive e Navale.