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Come "essere ipermetropi" e vivere felici

Nello Speaker's Corner di Focus Live, il manager e giornalista Massimo Russo si interroga sugli effetti del cambiamento sulla società e sull'individuo. Suggerendo gli "occhiali giusti" da indossare per non scambiare i fatti con le percezioni 

Si può essere miopi o ipermetropi anche se la misurazione della vista non rivela alcun disturbo? Secondo una scuola di pensiero, certamente sì. Proprio perché, per analogia, i due termini possono riferirsi non soltanto alla visione in senso stretto ma anche ad altri contesti.

In politica ed economia, per esempio, dove miopi si definiscono quei punti di vista che prendono in esame le conseguenze di breve periodo trascurando gli effetti di lungo termine.

Massimo Russo, giornalista e osservatore dell'era digitale, in uno degli Speaker’s Corner della prima giornata di Focus Live, ha mostrato simbolicamente i suoi occhiali da ipermetrope, raccontando il suo punto di vista sugli errori dell'approccio miope nelle dinamiche mediatico-sociali.

GUARDARE AVANTI E IL PIÙ LONTANO POSSIBILE. Nella metafora di Russo, l'ipermetropia va interpretata come un atteggiamento virtuoso della mente, cioè il saper vedere - straordinariamente - bene da lontano, e pazienza se la messa a fuoco da vicino è un po’ così.

Cioè tutto l’opposto di quanto si tende a fare normalmente, dove a dominare è invece la miopia. Anche qui mentale, s'intende

Il giornalista e manager Massimo Russo

TIMORE DELL'INGNOTO. «Sintetizzando il futurologo Paul Saffo, occorre tenere conto che in coincidenza di ogni cambiamento (e quello che stiamo vivendo oggi in tantissimi frangenti della comunicazione è di enorme portata, ndr), l’atteggiamento comune è di reagire con paura, chiudendosi, o sottovalutare , se non addirittura negare, le risultanti dell’evoluzione in atto». Cosa peraltro comprensibile, se è vero quello che diceva George Bernard Shaw, cioè che “l’unico essere umano che gradisce il cambio è il neonato”, chiosa Russo.

Tuttavia, si potrebbe obiettare, le rivoluzioni ci sono sempre state, basti pensare che cosa abbiano scatenato l’invenzione della ruota o della leva, prosegue l’istrionico giornalista. Ma quello che sta succedendo oggi è ancora di più: è l’ultimo atto di un processo di innovazione che, come nei due casi appena citati, non ha aggiunto all’essere umano delle “protesi” agli arti per compiere meglio e con più facilità azioni pratiche, “ma riguarda qualcosa di più sostanzioso, il suo cervello”.

Tutto ciò è facilmente intellegibile quando il ragionamento avviene su un piano prettamente sociale. Ma se ci si sposta al livello individuale, c’è un altro aspetto, quello che, per esempio, riguarda molto da vicino il mondo dell’informazione, nella fattispecie delle notizie tanto allarmanti quanto infondate, le bufale, le famigerate fake news, in cui l'immagine non è poi così nitida.

BUFALE E PERCEZIONI. «Mettersi di fronte alle notizie incontrollate che affollano i social network e in molti casi anche i media tradizionali con il naso schiacciato sulla pagina e il senso critico assopito altrove - prosegue Russo nel suo ragionamento - dà in risposta una percezione sbagliata, che mette i fatti in secondo piano e fa prevalere, appunto, la paura il pessimismo».

Che fare allora? «Cominciamo a indossare un bel paio di occhiali da ipermetrope, così da poter più facilmente spostare lo sguardo all'orizzonte da varie prospettive - conclude lo speaker dal suo palchetto - e cerchiamo di non abbandonare i fatti. Soltanto così ci accorgeremo che non c’è mai stato un momento migliore di quello che viviamo, hit et nunc».

9 novembre 2018 Luciano Lombardi
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