Sempre più tecnologia in sala operatoria, nei reparti ospedalieri e nella diagnosi a distanza. Ma questo non significa che, per esempio, i robot siano destinati a sostituire i medici. La robotica è certamente una tecnologia utile, ma che il robot possa superare l'uomo che l'ha creato, questo è improbabile. Ne sono convinti gli esperti intervenuti a Focus Live, in occasione dell'incontro intitolato “Se il tuo collega è un robot”.
Perché la pizza? Un tema complesso e delicato dal punto di vista sociale e psicologico che si snoda attraverso interventi scientifici, video e dimostrazioni pratiche che rivelano al pubblico le abilità acquisite da questi sistemi, anche in campi. Come nel primo filmato dove un pizzaiolo ha le sembianze di un robot. Cosa c'entra la pizza? «Quando stavamo lavorando sulla manipolazione robotica», rivela Bruno Siciliano, docente di robotica all'Università Federico II di Napoli, «ordinammo una pizza e da lì ci venne l'idea del progetto di un robot pizzaiolo». Ci sono passi da compiere, però, soprattutto sulla percezione del tatto. «Gli scienziati e i ricercatori ci stanno lavorando molto», sostiene Siciliano, il quale si dice convinto che un giorno «potremo ottenere il piatto di uno chef stellato perfettamente realizzato».
Spirito di adattamento. Non solo, con la nuova rivoluzione industriale i robot sono progettati per "sentire" l'ambiente circostante e adattarsi di conseguenza: «Siamo molto impegnati su questo fronte», afferma Emanuele Menegatti, docente di ingegneria informatica all'Università di Padova, mentre presenta Pepper, il simpatico robot utilizzato nel reparto di pediatria dell'ospedale patavino per interagire con chi ha gravi disabilità: «Serve ad abbassare lo stress e l'ansia nei bambini che devono affrontare procedure dolorose, ma ovviamente non è un sostituto del medico o dell'infermiere, è semmai un collaboratore».
Collaboratori efficaci sono anche il robot Da Vinci, che potenzia le capacità del chirurgo in sala operatoria e migliora i tempi di recupero del paziente, e Rp Vita per il teleconsulto, entrambi strumenti tecnologici di ab medica. «Rp Vita», spiega Placido Bramanti, direttore scientifico dell'Irccs Centro Neurolesi “Bonino – Pulejo” di Messina, «ci consente di fare delle valutazioni mediche a distanza e di intervenire nelle situazioni urgenti direttamente sul posto pur senza la presenza di una figura specialistica. Il prossimo passo», conclude Bramanti, «sarà quello di posizionarlo in località difficili da raggiungere, come le isole, per effettuare interventi tempestivi anche lì».
L'intervista a Placido Bramati