Prendete pellicola da cucina, cartoncino, una lente d'ingrandimento, spilli, collant, lamette da barba… Insomma, materiali che si possono trovare facilmente in casa. E, con un po' di fantasia, mettete in piedi un laboratorio di ottica di livello universitario. È quello che ha fatto durante la pandemia Marco Potenza, professore associato al Dipartimento di Fisica dell'Università Statale di Milano per gli studenti del suo Laboratorio di Ottica, insegnamento della laurea triennale di Fisica. In questo modo i ragazzi hanno potuto svolgere a casa propria, in autonomia e in sicurezza, gli esperimenti del corso.
Messi alla prova. E proprio per questa capacità di inventiva e per la visione di una scienza che deve essere accessibile a tutti, anche nei momenti di difficoltà, che quest'anno abbiamo assegnato a Potenza il II Premio Focus "Raymond Zreick" per la tecnologia e l'innovazione, che gli è stato consegnato dal direttore Raffaele Leone domenica 5 novembre nel corso di uno dei moltissimi eventi del Focus Live 2023. «Il fatto che i ragazzi abbiano dovuto "arrangiarsi" e fare tutto da soli con pochi mezzi ha fatto nascere in loro un'inventiva che spesso in un laboratorio più organizzato rimane nascosta, portando a una comprensione molto più profonda dei concetti», ha spiegato Potenza, che è anche direttore del centro di eccellenze per le nanotecnologie CIMaINa.
Scienza democratica. L'idea del premio è nata lo scorso anno. Quando dopo la scomparsa nel settembre del 2022 del nostro amico e collega Raymond Zreick, per tanti anni una delle colonne portanti del sito di Focus, abbiamo deciso di ricordarlo con un premio da assegnare a personaggi del mondo della scienza che avessero qualcosa di "focusiano" in più. Potenza si occupa dello sviluppo di strumentazioni ottiche e di tecniche innovative basate sullo scattering della luce e applicabili nei campi più vari, dalla medicina all'analisi delle carote di ghiaccio, dalla fisica dell'atmosfera all'astrofisica, come ha raccontato nel suo intervento al Focus Live. Ma sono state la sua curiosità e la sua visione "democratica" della scienza che ci hanno indotto a premiarlo. Una visione che si sposa perfettamente con gli interessi del nostro Raymond, che amava la tecnologia ma era sensibile anche alle tematiche dell'ambiente, dell'energia e del sociale.