Irrigatori intelligenti, portoni che si aprono automaticamente quando "ci vedono", campanelli "parlanti": è la smart home con la tecnologia innovativa e sorprendente che appassiona sempre più gli italiani. Si stima, infatti, che in una casa su due c'è almeno un dispositivo smart.
«La domotica nasce attorno agli anni Settanta», dice Emanuele Cisotti, executive editor di SmartWorld.it, il primo sito di tecnologia in Italia, «e all'epoca alla parola "domotica" si immaginava un dispositivo per controllare la dispensa o un termostato attivo in base alla temperatura esterna. Oggi la domotica è diventata molto più funzionale, oltre che e alla portata di tutti».
In futuro una stessa "lingua". In futuro, sottolinea Cisotti, i dispositivi "parleranno" tra di loro nella stessa lingua: non ci sarà più bisogno di una singola applicazione per mettere in moto ciascun dispositivo che abbiamo a casa.
Come si parleranno (e si parlano)? «Noi che siamo presenti in una casa su due in Europa con i nostri dispositivi telefonici», interviene Selena Manenti, marketing manager di Gigaset Communications Italia, «abbiamo deciso di utilizzare nella domotica la tecnologia che si trova all'interno dei nostri telefoni cordless, che consente di trasferire dati in maniera sicura». Poi, una riflessione su aspetti molto "pratici": «Questo è un periodo difficile per tutti, la crisi energetica ci induce a un maggiore controllo dei consumi. E i nostri dispositivi aiutano a correggere anche le nostre cattive abitudini».
Le prese intelligenti, per fare un esempio, ci consentono di conoscere il reale consumo di un televisore o di uno scaldabagno e di ottimizzare l'uso dell'energia in base a quello che è realmente necessario. Quanto? «Con un buon termostato smart», spiega Cisotti, «combinato con altri dispositivi, si può arrivare a risparmiare fino al 20% di energia».
L'intervista a Selena Manenti