Storia

Trovato lo scheletro di un "vampiro" bambino di epoca tardo romana

Lo scheletro di un bambino di 10 anni, ucciso forse dalla malaria, è stato rinvenuto nella Necropoli dei Bambini, in Umbria. Ha una grossa pietra nella bocca, come a volerne impedire il ritorno tra i vivi.

Lo scheletro di un bambino rinvenuto in un antico cimitero italiano testimonia le paure scatenate, nella popolazione tardo-romana, da una violenta epidemia di malaria, che 1.500 anni fa causò molte vittime soprattutto tra i più giovani.

Il bambino (o bambina: il genere non è noto) è stato ritrovato quest'estate in uno scavo archeologico in Umbria, con una pietra incastrata nella bocca, in una di quelle sepolture anomale che un tempo venivano usate per impedire che la malattia, o il morto stesso, uscissero dalla tomba per infestare i vivi. La scoperta è avvenuta nella Necropoli dei Bambini a Lugnano in Teverina (Terni), un cimitero allestito attorno al 450 d. C. sul terreno di una villa romana abbandonata.

Scavi precedenti avevano rinvenuto in questo sito, noto dalla fine degli anni '80, più di 50 sepolture di giovanissime vittime della malaria. Nessuno, però, con i segni del trattamento riservato a questo bambino di 10 anni, che risulta per ora il più vecchio occupante del cimitero: gli scheletri rinvenuti ad oggi appartenevano a neonati, feti e bambini non più vecchi di 3 anni.

Contro il malocchio. Il ritrovamento si deve ad alcuni archeologi delle Università dell'Arizona e di Stanford, che hanno lavorato negli scavi insieme ad alcuni colleghi italiani. Per i ricercatori, la scoperta fornisce importanti informazioni sulle caratteristiche dell'epidemia di malaria che nel quinto secolo interessò l'Umbria, e sulla reazione della popolazione. Nelle tombe precedentemente scoperte erano infatti venuti alla luce altri oggetti associati a rituali magici e alla superstizione, come artigli di corvo, ossa di rospo, contenitori in bronzo pieni di ceneri e resti di cuccioli sacrificati. La sepoltura appena scoperta si inserisce nello stesso contesto.

La posizione dello scheletro all'interno della tomba. © David Pickel/Stanford University

Precauzioni estreme. Il corpo è stato trovato rannicchiato sul lato sinistro, con la bocca aperta in una posizione innaturale e i segni dei denti impressi sulla pietra: le prove di una precisa volontà di impedire il ritorno della vittima e prevenire così il possibile contagio dei sani. Il DNA del bambino non è ancora stato analizzato, ma uno dei denti presenta un ascesso - tra gli effetti collaterali della malattia - e altri corpi sepolti nella Necropoli recano i segni dell'infezione.

Simili trattamenti mortuari sono stati ritrovati in altre località e in diverse culture, spesso associate a quella romana. Sono state trovate tombe di "vampiri" a Venezia (dove una donna del 16esimo secolo riposava con un mattone nella bocca), e nel Northamptonshire, in Inghilterra, dove un uomo del terzo-quarto secolo è stato trovato sepolto a faccia in giù, con una pietra al posto della lingua rimossa.

Quanta paura. Altri esempi di sepolture anomale, per scongiurare un ritorno dei deceduti, sono quelle in cui il defunto è inchiodato al suolo con un paletto conficcato nel petto, o ancora privato degli arti prima della sepoltura. «I morti non si seppelliscono da soli», dice Jordan Wilson, tra gli autori. «Si può capire molto sulle credenze e sulle speranze delle persone, osservando come trattavano i defunti».

17 ottobre 2018 Elisabetta Intini
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