I resti di un antico villaggio romano improvvisamente abbandonato per un incendio, e quindi come congelato nel tempo, sono venuti alla luce nel sito di Sainte-Colombe, alla periferia della città di Vienne, nel sudest della Francia. Gli archeologi che da aprile lavorano agli scavi la definiscono una scoperta di incredibile valore, il più eccezionale ritrovamento romano degli ultimi 50 anni, e la paragonano a Pompei, la città distrutta, ricoperta e preservata dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio.
Strategica. Vienne, che ospita un famoso teatro e un tempio romano, rappresentò uno snodo importante tra la provincia romana della Gallia Narbonense e le terre della Gallia del nord. L'insediamento portato alla luce comprende case del I secolo d.C., che furono abitate per circa 300 anni prima di essere abbandonate non per un'eruzione, ma a causa di un incendio improvviso. Le scene di vita domestica sono quindi rimaste come "congelate" in un istante preciso, da qui il paragone con Pompei.
I resti. Gli scavi si sviluppano su 7 mila metri quadrati in quello che in origine doveva essere un sito di costruzione per abitazioni (qui sotto, un archeologo al lavoro tra i mosaici del sito).
Tra le scoperte di rilievo troviamo una villa con un pavimento piastrellato, decorato con Menadi (donne in preda alla frenesia dionisiaca) e satiri, appartenuta forse a un facoltoso mercante: l'incendio ha distrutto il primo piano, il tetto e il balcone della sontuosa dimora, che comprendeva balaustre, pavimenti in marmo, giardini e sistemi avanzati di distribuzione dell'acqua (nella foto qui sotto, un altro punto degli scavi).
In un'altra casa è stato trovato un mosaico con Talia, musa greca della commedia, rapita da Pan, re dei satiri. Più avanti, un grande edificio pubblico con una fontana e la statua di Ercole (forse quel che resta di una scuola di filosofia). Nei prossimi mesi, e almeno fino alla fine dell'anno, continueranno i lavori di scavo e il prelievo dei mosaici da restaurare.