Un antico sito cerimoniale precolombiano è stato scoperto nel cuore delle Ande. A riportarlo alla luce è stato un gruppo di archeologi marini: il deposito di offerte rituali giace infatti al centro del Lago Titicaca, un mare interno tra Bolivia e Perù, a 3.800 metri di altitudine.
Nelle acque intorno al Khoa Reef, poco distante dall'Isola del Sole, a cinque metri di profondità, sono stati ritrovati oggetti in oro, miniature animali in pietra, porta incensi a forma di puma e i resti di lama sacrificati a una divinità con il volto incorniciato da raggi, rappresentata su diversi manufatti.
Una fortuna sommersa. I reperti - descritti su PNAS - sono i resti di offerte rituali compiute dai Tiwanaku, una civiltà fiorita sul bacino del lago tra il V e il XII secolo, tra le più potenti delle Ande, prima dell'impero Inca. Gli oggetti riemersi sono alcuni dei migliori esempi dell'artigianato di pregio dell'epoca: oltre all'oro, ai lapislazzuli e alle altre pietre decorate ci sono i resti di un bivalve spinoso proveniente dall'Ecuador, dunque fatto arrivare da 2.000 km di distanza.
I lama in fondo al lago. I reperti, datati tra il 700 e il 900 d.C., non finirono in fondo al lago per caso, ma vi furono portati di proposito. Si pensa che i più alti rappresentanti Tiwanaku organizzassero sontuose cerimonie religiose vicino al reef, durante le quali le autorità religiose depositavano sul fondale statuine, gioielli e animali preparati per il sacrificio. Oltre ai resti di pesci e alle ossa di uccelli e anfibi, nel sito sono state trovate infatti ossa di giovani lama, probabilmente uccisi a scopo rituale. Al centro dei rituali potrebbe esserci stata una figura divina a volte menzionata come Viracocha.
Quelle ritrovate sembrerebbero le più antiche prove di fede nel soprannaturale nell'area. I reperti sono inoltre in ottimo stato di conservazione, perché rimasti per secoli al riparo da incursioni umane, protetti dalle acque del lago.
Una funzione politica. Gli scienziati della Pennsylvania State University, che hanno coordinato gli scavi, avevano mappato il reef con scavi e rilevazioni 3D nel 2013, e sono tornati sul posto dopo le segnalazioni di alcuni sub. Dal reef di Khoa, chi prendeva parte alle cerimonie doveva avere una visuale mozzafiato sulla vicina isola e sulle montagne circostanti: non stupisce che l'élite dei Tiwanaku si facesse coinvolgere in queste sfarzose cerimonie. I rituali dovevano avere un ruolo fondamentale come collanti sociali, ma funzionavano anche da leva economica: attorno al lago doveva essere infatti fiorita una ricca attività di turismo sacro.