Gli esseri umani arrivarono in Europa per la prima volta 1,4 milioni di anni fa dall'Asia sudoccidentale, e da allora hanno abitato il continente, adattandosi a ogni condizione possibile e sopravvivendo a cambiamenti climatici anche estremi. Almeno questa era, fino a poco tempo fa, la teoria dominante sulla diffusione degli umani in Europa.
Estinti o in fuga. Ora però uno studio della UCL – London's Global University pubblicato su Science mette in dubbio questa interpretazione dimostrando che, appena 300.000 anni dopo essersi stabiliti nel continente, i nostri antenati andarono incontro a un breve ma intenso periodo glaciale che li uccise o li costrinse ad andarsene dall'Europa in cerca di condizioni più favorevoli.
Il fatto che durante i millenni della prima colonizzazione da parte degli umani l'Europa abbia conosciuto periodi più caldi e altri di freddo intenso è cosa nota da tempo: finora si pensava che questi "microglaciali" non avessero creato problemi ai nostri antenati, che impararono a sopportarli fino alla data cruciale di 900.000 anni fa, quando le tracce di umani in Europa tornano abbondanti.
Il gelo a Lisbona. Analizzando i microrganismi marini e i granuli di polline contenuti in un campione di sedimento prelevato dal fondale marino al largo del Portogallo, il team della UCL ha però scoperto che almeno uno di questi eventi ebbe delle ripercussioni catastrofiche sugli umani che si trovavano al tempo in Europa. L'evento, avvenuto 1,1 milioni di anni fa e durato circa 200.000 anni, portò a un crollo delle temperature: il mare al largo di Lisbona, per esempio, scese sotto i 6 °C, e molte delle terre circostanti vennero ridotte a deserti quasi privi di vegetazione.
Questo cambiamento improvviso di temperature ma anche nella composizione del paesaggio, colpì duramente le bande di umani cacciatori raccoglitori che al tempo vivevano in Europa, e che è possibile che non sapessero ancora come accendere un fuoco o costruirsi un riparo stabile. Una simulazione costruita a partire da questi dati ha confermato che 1,1 milioni di anni fa il clima nell'area mediterranea divenne troppo freddo e rigido per la sopravvivenza dei nostri antenati: questo spiegherebbe tra l'altro il gap di circa 200.000 anni nei ritrovamenti di strumenti di pietra. Secondo lo studio, gli umani tornarono in Europa solo 900.000 anni fa, quando il clima tornò più sopportabile; e da allora non se ne andarono più, e cominciarono a colonizzare sul serio il continente.