Il faraone bambino non è il solo re defunto ad aver tenuto tra le mani un'arma di provenienza celeste. All'indomani della conferma dell'origine meteorica del pugnale di Tut, un tweet dello Smithsonian rivela che anche uno dei più grandi imperatori indiani della Storia, Jahangir (1569-1627), si fece forgiare un coltello da un meteorite.
Il boato, e la luce. L'arma è custodita presso la Freer Gallery, nella Smithsonian Institution di Washington D.C.; il coltello dalla lama scintillante in ferro meteorico, con intarsi d'oro nell'impugnatura, è quel che resta di un evento che lo stesso Gran Mogol descrisse nello Jahangirnama, il suo libro di memorie. «In un giorno di aprile del 1621, all'alba, un tremendo rumore sorse verso est. Era così terrificante che fece quasi morire di paura gli abitanti. Poi, nel mezzo di quel suono tumultuoso, qualcosa di brillante cadde sulla Terra dall'alto...».
Un buon osservatore. A ricordo di quell'evento fu ricavata, dalla roccia celeste, una lama che lo stesso imperatore definisce «meravigliosamente tagliata, come nelle migliori tra le spade». Jahangir, che le cronache descrivono come un forte bevitore e un fumatore di oppio, regnò dal 1605 fino alla morte, e fu sempre caratterizzato da una acuta sensibilità verso i fenomeni naturali.