Bentornato Rinascimento! Alla Triennale di Milano - fino all'11 dicembre 2022 - si mettono in dialogo arte e scienza per esplorare i confini della ricerca, della sperimentazione e dell'innovazione, includendo anche l'architettura e il design. Con il titolo Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, quello che non sappiamo di non sapere, l'esposizione - che riunisce mostre e progetti che coinvolgono 400 artisti, designer, architetti, provenienti da più di 40 Paesi - ci invita a pensare quale è il ruolo dell'uomo nel mondo e quali confini deve ancora superare. Questa è l'idea di fondo: indagare l'ignoto e accettare che dobbiamo imparare conviverci. Non perdendo la passione di voler continuare a capire e conoscere.
La 23ª Esposizione Internazionale, alla Triennale (la storica istituzione compirà 100 anni nel 2023) di Milano, vuole infatti fare il punto su quanto c'è ancora da scoprire in ambiti che stiamo già indagando: dalla gravità, alla profondità dell'universo alla materia oscura, dal fondo degli oceani all'origine del nostro pensiero e della nostra psiche. «Soprattutto è importante riflettere su quello che sappiamo di non sapere», spiega Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all'Agenzia Spaziale Europea, e curatrice della mostra che dà l'identità, Unknown Unknowns. «Dobbiamo abituarci a convivere con il mistero di ciò che non conosciamo. E nello stesso tempo continuare a cercare di svelarlo. Che significa continuare a cercare di capire e conoscere. Non dobbiamo essere in antagonismo con ciò che non conosciamo».
Opere d'arte scientifiche. La mostra Unknow Unknows è una sorta di camera delle meraviglie con opere d'arte e prototipi di oggetti astronomici, video esplicativi di avventure spaziali, resti di meteoriti si alternano.
Ad aprire le diverse sezioni, un quadro del 1660 dove per la prima volta la vediamo illustrata la Via Lattea fino a un lavoro di Alicia Kwade, che mette su una tela 24 fialette che contengono gli elementi chimici alla base della nostra anatomia. Si possono vedere anche documenti scientifici (che possono sembrare quadri di arte contemporanea) come le foto elaborate da un sistema di imaging d'avanguardia che raccontano la vita delle nostre cellule, ma anche il video sulla mappa della connettività neurale della Drosophila melanogaster, il moscerino della frutta, un documento che vuole contribuire a dare spunto a nuove ricerche sul cervello.

L'obiettivo di Gaia (nella foto) è di creare la mappa multidimensionale più completa della Via Lattea. Conterrà posizione, velocità, direzione del moto, luminosità, temperatura e composizione di quasi due miliardi di oggetti nella nostra galassia, che ne contiene probabilmente 400 miliardi.
© Esa
Non poteva mancare la foto di Gaia, la mappa multidimensionale più completa della Via Lattea. Una speciale installazione a cura dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) chiude la mostra tematica offrendo una vista sorprendente della Terra.
A fianco la mostra della Fondation Cartier, Mondo reale, è un percorso dove molti artisti di arte contemporanea hanno interpretato il tema dell'ignoto.
Ci si può calare nei panni di viaggiatori perlustrando le mostre allestite negli spazi deputati ai 40 Paesi ospiti della mostra. A occuparsene Francis Kéré (vincitore del Pritzker Architecture Prize 2022, uno dei più importanti premi di architettura al mondo), che mostra due installazioni dedicate all'Africa e che avrà molto spazio nella sezione dedicata ai padiglioni nazionali dei diversi Paesi che partecipano all'esposizione. Dal continente africano, saranno presenti: Burkina Faso, Ghana, Kenya, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda. Altre due mostre dedicate al design raccontano la storia della creatività e i suoi limiti: La tradizione del nuovo e Corridoio Rosso.