La città senza Ebrei (Die Stadt Ohne Juden): è questo il titolo della pellicola restaurata dall'archivio cinematografico austriaco: una tragica premonizione di quello che sarebbe stato il Nazismo.
Fu scoperta per caso in un mercato delle pulci di Parigi nel 2015 e oggi è di nuovo visibile. Venne girata nel 1924 in Austria negli anni che seguirono la Prima guerra mondiale quando il partito nazista era stato bandito e Adolf Hitler, in prigione in Germania, lavorava al suo libro Mein Kampf
Profetico. A ispirare la pellicola fu il romanzo satirico dello scrittore e giornalista ebreo austriaco Hugo Bettauer. Raccontava uno scenario distopico in cui per assecondare le pulsioni della massa convinta che gli Ebrei fossero la causa dei loro guai, un governatore si vide costretto a espellere tutti loro dalla città. "È orribile espellere gli Ebrei", rivela a un certo punto "Ma bisogna assecondare quello che mi chiede il popolo".
Nel film, agli Ebrei della città è imposto di partire entro Natale. I più poveri partirono a piedi, scortati da soldati con le baionette, incamminandosi lentamente attraverso la neve, alcuni con le stampelle, altri con rotoli della Torah presi dalle sinagoghe. Altri ancora partirono in treno.
Dalle parole ai fatti. Il libro, come il film, era in realtà un appello alla convivenza in anni di crescente intolleranza e razzismo. Il periodo era infatti complicato: dopo la Prima guerra mondiale, molti Ebrei sfollati stavano arrivando a Vienna e la popolazione non li accoglieva di buon grado.
Nonostante questo, quando nel 1924 il film fu presentato nelle sale, ebbe grande successo. Ma che i tempi fossero bui lo conferma il fatto che l'anno successivo, Hugo Bettauer fu ucciso da un nazista dopo una campagna di odio contro di lui. La sua professione di giornalista irriverente non piaceva. E il suo indirizzo privato fu pubblicato sui giornali, accompagnata dalla raccomandazione che "una tale persona non dovrebbe far parte della società".
Correva l'anno 1925. Dieci anni dopo Hitler avrebbe promulgato le famigerate leggi di Norimberga aprendo ufficialmente la strada all'Olocausto.