Storia

Alla ricerca della tomba di Tutankhamon (e delle sue meraviglie)

Il 4 novembre 1922 l'archeologo Howard Carter trovò l'ingresso verso la tomba del faraone Tutankhamon: il tesoro più prezioso dell'antico Egitto.

I suoi occhi sono spalancati sull'infinito da 3.300 anni, e da quando è tornato alla luce quasi un secolo fa il suo sguardo dorato fissa serafico anche noi, reso eterno dalla sua splendida maschera d'oro e lapislazzuli. Era il novembre 1922 quando la tenacia dell'archeologo inglese Howard Carter (1874-1939) fu premiata con l'inattesa scoperta della tomba di Tutankhamon, il faraone bambino destinato a gloria imperitura. Non fu certo il più importante, il più potente o il più ricco dei sovrani dell'antico Egitto, ma quando il piccone di un operaio rivelò il primo gradino della scala di accesso alla sua tomba, cambiò il destino anche di questo re.

un sepolcro improvvisato. Il corredo funerario era intatto, come la mummia adagiata in un sarcofago d'oro massiccio. «L'incredibile tesoro di Tutankhamon è solo una spia di quello che avrebbe dovuto essere il corredo di un grande faraone che aveva avuto il tempo di allestire adeguatamente la sua tomba», spiega Loredana Sist, già docente di Egittologia all'Università La Sapienza di Roma. «Il sepolcro di Tutankhamon è chiaramente improvvisato: il sovrano morì molto giovane e inaspettatamente, e la sua sepoltura fu allestita in fretta e furia. La stessa tomba è molto piccola. Tra le domande cui difficilmente si potrà rispondere è se la tomba fu scavata rapidamente o se ne venne riadattata una destinata ad altri».

La Valle dei Re a Luxor (Egitto), dove si trova la tomba di Tutankhamon.
La Valle dei Re a Luxor (Egitto), dove si trova la tomba di Tutankhamon. © Anton Belo / Shutterstock

la mummia del faraone. Finalmente, il 4 novembre 1922 Carter rinvenne dei gradini davanti alla tomba già nota di Ramses VI, e cominciò a seguirli uno dopo l'altro fino a una porta di pietra. Questa conduceva a una stanza vuota, ma Carter era sicuro che avrebbe trovato un'ulteriore porta e così fu: il 29 novembre – data ufficiale dell'apertura – si trovarono di fronte a un altro accesso che riportava i geroglifici di Tutankhamon. Per prudenza, Carter praticò un foro per sbirciare all'interno. Rimase senza fiato, mentre accanto a lui Lord Carnarvon scalpitava. Ma Carter fu molto meticoloso nel suo lavoro, senza lasciarsi prendere né dall'ingordigia né dalla fretta. Da quel momento impose di procedere con scrupolosità: ogni cosa fu catalogata e asportata con tutta la prudenza necessaria, tanto che ci vollero anni per mettere tutto in salvo tra mille difficoltà. Alla camera funeraria, dove si trovavano i grandi sarcofagi di Tutankhamon, si arrivò solo nel febbraio del 1923, alla mummia del sovrano nel 1925, quando Carnarvon era già morto, e gli ultimi oggetti furono asportati nel 1930.

"Vedi qualcosa?". "Sì, vedo cose meravigliose. Oro, ovunque il luccichio dell'oro!". Carter e il suo mecenate Lord Carnarvon (1866-1923) non credevano ai loro occhi. Non era mai stata trovata una tomba egizia intatta: nella Valle dei Re, cimitero dei faraoni nell'antica Tebe (presso l'odierna Luxor), ne erano state portate alla luce 61, meravigliose nelle loro decorazioni, ma vuote. Il ricco inglese era a un passo dal chiudere i rubinetti dei finanziamenti a scavi che da troppo tempo non avevano portato a nulla. Ma Howard Carter era un uomo tenace e in quegli ultimi mesi aveva intensificato gli sforzi per cercare proprio la tomba di Tutankhamon, catalogata come KV62, citata da sporadici indizi ma già cercata invano da altri studiosi.

Tutankhamon - Maschera funeraria
Una riproduzione della maschera funeraria di Tutankhamon. © mountainpix / Shutterstock

Carter non era arrivato per primo. «La tomba era già stata violata, e infatti i sigilli furono trovati rotti. Ma i ladri non erano riusciti a portare a termine il furto, e il sepolcro era stato richiuso», spiega Loredana Sist. «In seguito la tomba era passata inosservata, nascosta sotto ad altre strutture della Valle dei Re. D'altronde si tratta di un sepolcro piccolo, raffazzonato, ed è per questo che il tesoro è tutto accatastato, con i pezzi più grandi come il carro che sono stati smontati: bisognava farli entrare in qualche modo nelle quattro stanzette della tomba».

oggetti preziosi. Stipati lì, più di 5mila oggetti preziosi di diverso tipo, statue divine, umane e animali, sarcofagi, un trono, letti, catafalchi, cocchi, cofani, armi, arnesi, gioielli, i vasi canopi con gli organi estratti dal corpo del sovrano. Per arrivare al corpo si dovette scoperchiare una sorta di sepolcro matrioska: la mummia del giovane re che indossava un fantastico corredo di gioielli (compresa la maschera funeraria d'oro e lapislazzuli, forse il più famoso reperto egiziano) era alloggiata in un sistema di ben quattro scrigni e quattro meravigliosi sarcofagi incastrati l'uno dentro l'altro fino ad arrivare all'ultimo, realizzato con 110 chili d'oro e incollato da uno spesso strato di resina nera.

Anche le pareti delle quattro stanze erano coperte di magnifiche pitture. «Le raffigurazioni sulle pareti sono uniche. Quella di Tutankhamon è l'unica tomba regale nella storia d'Egitto che presenta una scena di funerale, una diretta rappresentazione di un vero rituale», continua la storica. «Nelle altre tombe faraoniche le immagini fanno parte di un testo, non sono raffigurazioni di scene di vita reale e quotidiana, come invece capitava nelle tombe di privati.

Per il loro stile amarniano (rappresentativo dell'epoca del padre Akhenaton) e la fattura rapida, sappiamo che questi affreschi furono fatti proprio per la sepoltura di Tutankhamon che quindi rappresenta un'eccezione».

il mistero dei feti mummificati. E gli affreschi sulle pareti non sono l'unica nota insolita. «Nei baldacchini che ricoprono il sarcofago si trova riportato per la prima volta un testo che racconta il mito della Vacca Celeste: secondo questo racconto, gli uomini si ribellarono al dio Sole Ra perché ritenuto troppo anziano, e questi, per punizione, mandò le dee Hathor e Sekhmet a distruggere l'umanità; in seguito si pentì e mandò un diluvio di birra con cui la leonessa Sekhmet si ubriacò e così l'umanità fu salva». Si tratta di uno dei primi diluvi mai raccontati.

Nella Camera del Tesoro, in due piccoli sarcofagi antropomorfi, erano conservati anche due feti mummificati, le figlie del giovane sovrano. «Non siamo in grado di spiegare questa presenza, perché è l'unico caso in cui ci siamo imbattuti», sottolinea Loredana Sist. «Non abbiamo termini di confronto anche perché questa è la sola tomba ritrovata sostanzialmente intatta. Non sappiamo dunque se seppellire i feti fosse una tradizione o se fu un fatto straordinario, legato alla storia personale di Tutankhamon».

Tutankhamon - dea Sekhmet
Riproduzione della statua in oro di Sekhmet ritrovata nella tomba di Tutankhamon. © mountainpix / Shutterstock

Ma quello che luccicava non era solo il corredo del faraone. Uno dei due pugnali trovati avvolti sulla mummia era di un materiale allora molto più prezioso dell'oro: il "ferro del cielo", vale a dire una lega di nichel e ferro proveniente da un meteorite, come confermato da una ricerca italoegiziana condotta con il metodo della fluorescenza dei raggi X che permette di identificare gli elementi chimici presenti.

Cometa di ghiaccio. E c'è un segreto anche dietro al pettorale del re-bambino: questo trionfo di oro e pietre preziose ha al centro una pietra traslucida lavorata a forma di scarabeo. È ricavata da una pasta vitrea giallastra di silicio che proviene dal deserto libico (e per questo chiamata LDG, Libyan Desert Glass), unico esempio di utilizzazione di questo rarissimo materiale. Recenti studi hanno accertato che si tratta del prodotto dell'esplosione di una cometa di ghiaccio sopra il deserto, alcuni milioni di anni fa.

Tutankhamon - cartello tomba
Cartello che indica l’ingresso della tomba di Tutankhamon. © Nick Brundle Photography / Shutterstock

Per quanto sia stato meticoloso il lavoro di Howard Carter durato ben otto anni, gli studi sulla tomba non sono ancora finiti. Qualche tempo fa, per esempio, hanno fatto scalpore le ricerche condotte con il georadar all'interno del sepolcro: le analisi avevano evidenziato la possibilità che ci fossero delle cavità, ovvero stanze nascoste dietro a due delle pareti affrescate.

Subito si è pensato all'introvabile tomba della regina Nefertiti, la splendida moglie di Akhenaton, il padre di Tutankhamon.

la regina Nefertiti. Il ragionamento era più o meno questo: se il giovane faraone è morto all'improvviso durante un complicato periodo di passaggio dopo la fase "eretica" del padre, e se la sua sepoltura fu allestita in fretta e furia in una tomba inadeguata al suo rango, allora forse era stata riutilizzata quella di qualcun altro, magari proprio della regina Nefertiti, la cui camera sepolcrale (intatta) sarebbe stata sigillata dietro le pareti. L'esperta però chiude ogni speculazione: «Gli approfondimenti successivi, che peraltro seguono un lungo e attento restauro delle sale concluso da poco, hanno mostrato che altre stanze non ce ne sono». Svanito il sogno di ritrovare un'altra tomba intatta, questo privilegio resta ancora al solo Tutankhamon.

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Questo articolo è tratto da Tutti pazzi per la sua tomba di Aldo Bacci, pubblicato su Focus Storia 162 (aprile 2016) disponibile solo in formato digitale. Leggi anche l'ultimo numero di Focus Storia ora in edicola.

4 novembre 2021
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