Dagli albori dell'automobile, in particolare dagli Anni '20 e fin oltre la metà del '900, le società petrolifere organizzavano e sponsorizzavano varie competizioni automobilistiche, con fini promozionali, senza dubbio, ma si trattava, ai tempi, anche e spesso soprattutto di questioni di prestigio e di sperimentazione, oltre che di pubblicità, e non era mai trascurato il lato poetico e romantico dei motori. "Le elevatissime potenze raggiunte dai motori", si legge su pubblicazioni d'epoca della Fina che sembravano voler dare nuova vita ai Futuristi e al mito della velocità, "riportano sui circuiti la bellezza e la purezza del corridore [...] con i moderni mostri formati da uomo e macchina in un corpo solo di carne e di acciaio [...] in cui il carburante e il sangue sono una cosa sola".


Insomma, un misto di marketing, eroismo ed ebbrezza della velocità che facevano delle corse un vero fenomeno sociale di cui è rimasta ampia traccia nella memoria di molti, oltre che nell'archivio del Museo Fisogni delle stazioni di servizio. Vediamone alcune.
Era nota in tutto il mondo, ad esempio, la Mobil Economy Run, gara di regolarità organizzata dalla Mobil in vari Paesi, che premiava le vetture più efficienti dal punto di vista dei consumi: una sorta di competizione green d'altri tempi, finalizzata però alla promozione di lubrificanti e carburanti più che interessata all'ambiente. Archiviato l'affaire Petrofina, tra le società più attive c'era proprio la Fina col suo Trofeo Purfina, gara di regolarità e precisione che partiva dall'autodromo di da Monza per arrivare in Versilia, a Marina di Pietrasanta: la prima edizione, nel 1959, fu vinta da Luigi Baldini su Alfa Romeo Giulietta. I premi andavano da 20.000 a 150.000 lire, non male per l'epoca!
Importante era anche il Gran Premio Purfina all'autodromo di Monza: valido per il campionato di Formula 3, fu promosso dalla Fina per tutti gli Anni '60 ed ebbe anche vincitori celebri, tra cui Giancarlo Baghetti, futuro Ferrarista in F1. Decisamente sportiva anche la Chevron, che nel 1969 sponsorizzò il Gran Premio di Vallelunga di Formula 3 e, nel 1970, portò in Italia il Campionato Chevron di Formula Ford, sulla scia del successo in altri Paesi di questo tipo di competizione - vetture monomarca a ruote scoperte.

Con solo due edizioni, nel 1957 e '58, la 500 Miglia di Monza è stata una competizione prestigiosa sostenuta anche da Enzo Ferrari. La seconda edizione vide la partecipazione di un mito, Stirling Moss su Maserati 420, assieme ad altri nomi noti, come Phil Hill: mancava invece Juan Manuel Fangio, al termine della sua carriera sportiva, ma in quell'occasione vittima di un guasto meccanico.
Strutturato su più prove, l'evento si caratterizzava per la sponsorizzazione congiunta di tre grandi case di prodotti petroliferi che misero in palio altrettanti trofei: il Premio Esso, il Premio Mobil e il Premio Shell.
Fra gli eventi più popolari del periodo tra gli Anni '50-60 c'era il Trofeo Supercortemaggiore, organizzato dall'Agip per lanciare la sua nuova benzina: una competizione di regolarità che, dalla prima edizione (1952) in poi, raccolse di anno in anno sempre maggiori adesioni, tanto da arrivare, nel 1956, a ben 810 macchine concorrenti. Piccola curiosità: i premi non erano in denaro, ma in carburante Supercortemaggiore: il primo della classifica generale nel 1953, ad esempio, si aggiudicò la bellezza di 1.000 litri di benzina! Nel 1960, e solo per quell'anno, in palio anche i premi speciali: quattro Fiat 500.


In un'epoca di emancipazione femminile, dal '65 e per qualche anno la BP sostenne il Volante d'Oro, manifestazione ACI riservata alle donne e considerata "un'azione di massa per l'educazione di chi guida". Tra i premi figuravano viaggi, elettrodomestici, borse e valigie, e per la vincitrice erano in palio una fiammante Fiat 1500 con polizza furto e incendio, un viaggio a Parigi e, ovviamente, il Volante d'Oro.
Organizzato dalla BP era anche il rally aziendale, piccolo evento che coinvolgeva gli impiegati della società: tribolate le due edizioni del 1967, una conclusasi con il tragicomico investimento di "un'oca - incauta! - che ci ha rimesso le sue povere penne", l'altra addirittura con un equipaggio disperso, finché non si scoprì, qualche giorno dopo, che l'auto aveva sbagliato strada finendo da tutt'altra parte!

Anche la vita del giudice di gara non era male. Come si legge in alcuni documenti del Trofeo Amoco, un commissario aveva diritto al rimborso spese per viaggio e alloggio, e ovviamente poteva partecipare a tutti i momenti più piacevoli, come pranzi di gala e aperitivi. In cambio, ovviamente, doveva accertarsi che tutto si svolgesse regolarmente.
Oltre alle competizioni locali, le case petrolifere erano attive come fornitori nei campionati mondiali, come Formula 1 o Rally, dove potevano ottenere grandi successi e visibilità. Ma non disdegnavano neanche gli altri sport: il calcio, lo sci, il motociclismo, perfino l'equitazione, la pesca e le bocce rientravano negli interessi delle compagnie che, analogamente all'automobilismo, ideavano premi e competizioni ad hoc. Uno striscione della Chevron compare perfino nei temutissimi Giochi Olimpici Aziendali in Fantozzi subisce ancora (1983): e chissà che i primi classificati, invece del canonico trasferimento a Olbia, non abbiano ricevuto una latta di benzina!
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