Dopo l'arrivo di Cristoforo Colombo in America, i colonizzatori europei entrarono in conflitto con le popolazioni indigene, sterminandole con guerre sanguinose nelle quali avevano la meglio con armi più moderne e diffondendo malattie mortali come il vaiolo e il morbillo.
Le conseguenze furono disastrose per i nativi americani, la cui popolazione venne ridotta del 90 per cento: secondo uno studio pubblicato su Quaternary Science Reviews, la drastica diminuzione degli indigeni avrebbe contribuito a far abbassare le temperature globali, aggiungendosi agli altri fattori che scatenarono la cosiddetta Piccola era glaciale, che durò dal 1300 fino al 1870.
Riforestazione esagerata. Lo sterminio di circa 56 dei 60 milioni di indigeni fece sì che vaste aree di terreno coltivato venissero repentinamente abbandonate: in queste zone la natura si riappropriò dei propri spazi, facendo crescere alberi e nuova vegetazione in un'area che, stima lo studio, si estendeva per circa 55 milioni di ettari (un'estensione pari all'attuale Francia).
Per effettuare questa stima i ricercatori hanno analizzato degli studi che dimostrano quanto terreno per persona viene coltivato dalle società indigene attuali: «Abbiamo tradotto questa cifra in una stima di quanto terreno usavano i nativi dell'epoca», spiega Alexander Koch, coordinatore della ricerca.
Sequestro di CO2. L'aumento di alberi e vegetazione causò un aumento dell'assorbimento di CO2 dall'atmosfera, che a sua volta provocò una diminuzione della temperatura globale di 0,15 °C tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600.
Se è vero che i principali fattori che scatenarono la Piccola era glaciale − periodo in cui il fiume londinese Tamigi si congelava regolarmente e in Portogallo nevicava ogni inverno − furono probabilmente le eruzioni vulcaniche e la minore attività solare, secondo gli autori lo sterminio degli indigeni potrebbero aver contribuito indirettamente al raffreddamento delle temperature.
Uno sguardo al presente. Questo fenomeno storico può aiutarci a capire gli effetti che avrebbe un'eventuale riforestazione nel contrastare l'aumento delle temperature attuali dovuto ai cambiamenti climatici. Se è vero infatti che gli alberi assorbono CO2, per vedere un effettivo beneficio in termini di calo delle temperature la riforestazione dovrebbe avvenire su larghissima scala.
La riforestazione delle Americhe dovuta all'uccisione dei nativi fece scendere le quantità di CO2 in atmosfera di 7-10 ppm (parti per milione). Attualmente ogni anno bruciando combustibili fossili aggiungiamo 3 ppm all'atmosfera: riforestare l'intera Francia servirebbe dunque a compensare appena due anni di emissioni.