Tre recinti megalitici, due cromlech, 526 menhir e diversi gruppi di dolmen: è questa l'incredibile scoperta effettuata da un gruppo gli archeologi spagnoli in provincia di Huelva (Spagna). Il merito indiretto è degli avocado: nel 2018 i proprietari del terreno, visto l'aumento dei prezzi dell'amato frutto, hanno deciso di convertire i 600 ettari del podere in piantagioni di Lauracee (le piante che producono avocado). La Giunta dell'Andalusia ha acconsentito, ma a una condizione: realizzare la prospezione archeologica che ha infatti rivelato la presenza di resti storici. Il complesso è una delle maggiori concentrazioni megalitiche di tutta Europa: i dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista spagnola Trabajos de Prehistoria.
LaVORI IN CORSO. La costruzione del complesso iniziò alla fine del VI millennio a.C. e durò quasi 3.000 anni, dal Neolitico Medio all'Antica Età del bronzo. I menhir (grosse pietre piantate verticalmente nel suolo) sono gli elementi più numerosi: 526 sono stati trovati eretti o caduti a terra, alcuni a forma di rettangolo, altri a forma di uovo o lenticchia; il più alto (3,5 metri di altezza per uno di larghezza) «aveva un grande valore simbolico, come testimoniano la sua monumentalità e le iscrizioni incise sul lato occidentale», sottolineano i ricercatori.
La maggior parte di questi menhir sono disposti su 26 schieramenti e due cromlech (ovvero in forma circolare). Alcuni degli schieramenti, composti da una a sei file ciascuno, raggiungono i 250 metri di lunghezza. Dei due cromlech, quello meglio conservato è composto da nove menhir stesi che formano una U aperta.
come un cimitero. Il complesso ospita anche molti dolmen (strutture costituite da due o più pietre conficcate nel suolo che sostengono una tavola orizzontale), tumuli e ciste (delle "scatole" di pietra dove venivano conservati i corpi dei defunti), probabilmente utilizzati come tombe ma forse anche associati a pratiche evocative e riti di commemorazione. In particolare sono state ritrovate 41 ciste per uno o più persone, grandi tra uno e 2,5 metri, tumuli di diversa lunghezza, tra i 6 e i 17 metri, e un dolmen con una camera lunga 3,5 metri e ampia quasi un metro.
Recinti megalitici. La prospezione archeologica ha poi rilevato la presenza di tre recinti megalitici, grandi strutture aperte e articolate in diversi livelli: uno occupa quasi due ettari di terreno e conta 15 menhir, diverse ciste e strutture in pietra; il secondo ha forma di H, occupa 1,18 ettari e misura 100 metri in lunghezza e 80 in larghezza; l'ultimo, con forma di U, si estende per 1,2 ettari e misura 150x150 metri.
Secondo i ricercatori il complesso era legato forse al controllo del ciclo delle stagioni e all'osservazione di eventi astronomici, oltre che al culto dei morti: secondo gli archeologi il sito «amplia l'orizzonte di conoscenza del megalitismo in Europa occidentale e le potenzialità di ricerca nel Sudovest della Penisola iberica».