Il Treponema pallidum, il batterio che causa la sifilide, la malattia sessualmente trasmissibile che alla fine del XV secolo in Europa uccise cinque milioni di persone, era presente nel Vecchio Mondo molto prima che Cristoforo Colombo scoprisse le Americhe nel 1492: ne è convinta Marylinn Salmon, storica allo Smith College (USA), che in un articolo di The Conversation passa in rassegna le prove archeologiche, artistiche e culturali a nostra disposizione.
Prove archeologiche. Negli anni sono stati ritrovati diversi resti umani i cui danni, a un'analisi approfondita, sono risultati essere compatibili con quelli provocati dalla sifilide. Lo scheletro di un ragazzo inglese morto nel VI secolo a.C. aveva il cranio, le clavicole, le braccia e le gambe danneggiate, «una combinazione tipica della sifilide», sottolinea Salmon. Anche i resti di un bambino di sei anni, vissuto prima del 1492 in Austria e i cui denti erano deformati, suggeriscono una diagnosi di sifilide congenita.
Le ossa di un altro giovane austriaco vissuto nel XIII secolo puntano nella stessa direzione: incisivi deformati e danni a molte ossa. «Ci sono molti altri esempi, alcuni riguardano addirittura persone vissute oltre 2.000 anni fa», spiega Salmon. Ma come possiamo essere sicuri che si trattasse di sifilide, e non di un'altra treponematosi, ovvero malattia causata dal batterio Treponema pallidum?
NERO SU BIANCO. Il Treponema Pallidum causa altre tre malattie oltre alla sifilide: il bejel, la framboesia e la pinta. Meno gravi e non veneree (si trasmettono tramite qualsiasi contatto stretto), provocano però danni simili: come possiamo sapere che non si tratti di una di queste? Secondo Salmon basta leggere i manoscritti medievali e fare due più due.
«Penso che nel Medioevo i ricchi si ammalassero di sifilide più dei poveri, perché durante l'infanzia vivevano in un ambiente protetto e non sviluppavano alcuna immunità, al contrario delle classi più basse», precisa l'esperta. Raggiunta la maturità sessuale, il fatto di non aver mai contratto infezioni li rendeva più inclini ad ammalarsi di sifilide per la prima volta durante i rapporti sessuali. I manoscritti dell'epoca testimoniano che «i membri delle famiglie nobili morivano numerosi, tanto che alcune faticavano a mantenere le linee di discendenza»: gli altri tipi di treponematosi non uccidevano, mentre la sifilide sì.
La sifilide nell'arte. La sifilide può causare il cosiddetto "naso a sella", quando i batteri invadono il naso dell'infetto facendone crollare il dorso.
Molti artisti già nel XII secolo dipingevano personaggi con questa caratteristica: «Penso intendessero rappresentare la malattia venerea (la sifilide, ndr), e non quella endemica (gli altri tipi di treponematosi), poiché i personaggi che avevano un naso a sella erano spesso figure malvage, come i torturatori di Cristo o gli uomini che avevano ucciso i neonati per ordine di Erode», conclude Salmon.
Quello di incolpare "l'altro" di malattie ed eventi che non riusciamo a comprendere è un vizio antico: è successo con la sifilide, con l'influenza spagnola (di cui gli spagnoli non avevano colpa) e anche con il coronavirus, che all'inizio ha suscitato episodi di odio verso gli asiatici (e, in Europa, verso gli italiani).