La misteriosa civiltà della Valle dell'Indo inizia a svelare alcuni dei suoi segreti: per la prima volta è stato possibile sequenziare il DNA di un individuo vissuto quattromila o cinquemila anni fa a Rakhigarhi, un tempo la più grande città (e oggi importante sito archeologico) dell'antica popolazione, contemporanea all'Egitto delle piramidi.
In base alla nuova analisi pubblicata su Cell, i moderni abitanti del subcontinente indiano discenderebbero in gran parte dagli esponenti di questa avanzata e finora poco conosciuta cultura. Non solo: dalle analisi genetiche sembrerebbe che l'agricoltura non sia stata portata in Asia meridionale dagli abitanti della Mesopotamia, ma che si sia sviluppata direttamente da popolazioni di cacciatori-raccoglitori locali.


Una cultura molto avanzata. La civiltà della Valle dell'Indo o di Harappa (dal nome del primo sito scoperto) fu una delle prime società urbane su larga scala del mondo antico: fiorì tra il 2600 e il 1900 a.C. lungo i fiumi Indo e Sarasvati e si estese su una vasta porzione della parte nord-occidentale dell'Asia meridionale, su Pakistan e India dell'ovest.
Di questo popolo non si conoscono lingua né sistemi di scrittura, ma fu probabilmente una civiltà pacifica (non sono state ritrovate armi né fortificazioni) e benestante, che commerciava su lunghe distanze e aveva città assai evolute, dotate di elaborati sistemi di scarico fognario, granai e misure standardizzate per pesi e lunghezze.
Pazienza premiata. Fino ad oggi il clima caldo umido delle pianure dell'Asia meridionale aveva impedito di ritrovare materiale genetico in uno stato decente di conservazione. Nel nuovo studio, alcuni ricercatori del Birbal Sahni Institute of Palaeosciences di Lucknow, India hanno analizzato 61 resti ossei trovati a Rakhigarhi: uno di essi conteneva una piccola quantità di antico DNA che si è rivelato autentico e che è stato studiato in un centinaio di tentativi di sequenziamento.
Le risposte. Il primo mistero svelato riguarda le origini della civiltà di Harappa. Prima delle analisi si pensava che questa popolazione potesse discendere dai cacciatori raccoglitori del Sudest asiatico, dai popoli delle steppe o dagli antichi iraniani: ogni ipotesi era ugualmente plausibile. Il DNA sequenziato è in parte affine a quello degli antichi popoli dell'Iran e in parte ai cacciatori-raccoglitori del Sudest dell'Asia (non c'è traccia dei popoli delle steppe). Un profilo genetico unico e originale, in gran parte trasmesso ai moderni abitanti dell'Asia meridionale.
Il mix di geni è inoltre affine a quello di altri 11 antichi individui rinvenuti in vari siti archeologici dell'Iran e dell'Asia centrale, con caratteristiche genetiche anomale per i luoghi in cui sono stati ritrovati.
Queste persone erano probabilmente migranti provenienti dalla valle dell'Indo.
Sviluppo autonomo. Una seconda scoperta riguarda la diffusione dell'agricoltura in questa parte di mondo. A lungo si è pensato che l'arte di coltivare il suolo fosse arrivata in Asia meridionale grazie agli spostamenti dei popoli mesopotamici della Mezzaluna fertile. Alcuni studi genetici che avevano individuato nei popoli iraniani i principali antenati degli abitanti del Sudest asiatico sembravano confermare questa teoria.
Tuttavia, la nuova ricerca mostra che gli antenati iraniani della civiltà dell'Indo si separarono dagli antichi pastori, coltivatori e cacciatori-raccoglitori dell'Iran prima dell'invenzione dell'agricoltura nella mezzaluna fertile. L'agricoltura fu dunque o reinventata nel Sud dell'Asia, o importata attraverso un passaparola culturale.