Ci è voluto un team di decriptatori per decifrare il codice di una cinquantina di lettere segrete conservate in alcun archivi francesi: a scriverle tra il 1578 e il 1584 era stata Maria Stuart, sovrana di Scozia, che comunicava così con i suoi collaboratori più fidati durante la sua prigionia in Inghilterra impostale dalla cugina-rivale Elisabetta I.
Si tratta di 50mila parole scritte in codice in 55 lettere che vanno a completare il già vasto corpus di lettere di Maria a disposizione degli studiosi. Le missive decifrate sono state pubblicate sulla rivista Cryptologia nel febbraio del 2023, mese in cui ricorre l'anniversario della decapitazione di Maria Stuart avvenuta l'8 febbraio 1587. Ma facciamo un passo indietro: perché Maria Stuart era rinchiusa?
LUNGA FAIDA. Tutto era iniziato quando Maria Stuart, sovrana di Scozia, non aveva riconosciuto Elisabetta I come legittima erede al trono di Inghilterra poiché, prima dell'unione tra il padre Enrico VIII e la madre Anna Bolena, non vi era stato l'annullamento papale delle precedenti nozze regali. Sulla base di questo, nel 1559 la Stuart si autoproclamò a sua volta sovrana d'Inghilterra.
Alle prese con una serie di rivolte capeggiate dal teologo protestante John Knox, Maria fuggì dalla Scozia cercando riparo proprio presso Elisabetta, che in tutta risposta la mise sotto chiave nella Torre di Londra. Infine, allorché saltò fuori che – in combutta con il cattolico Filippo II di Spagna – era invischiata in cospirazioni contro la stessa Elisabetta, nel 1587 la scomoda Stuart finì sul patibolo. Quanto alla corona di Scozia, nel 1603 (anno della scomparsa di Elisabetta) venne fusa con quella inglese dando vita a un'unione formalizzata poi nel 1707 (e che oggi i separatisti scozzesi contestano).
OCCHIO ALLA TALPA. Quando i ricercatori hanno iniziato a lavorare su alcuni testi cifrati conservati alla Biblioteca di Francia, non avevano idea di chi potesse essere stato l'autore. Utilizzando tecniche di decifrazione computerizzata, insieme all'analisi del testo e del contesto, sono riusciti a recuperare la chiave di cifratura e a interpretare tutte le lettere. E a risalire all'autore: quei messaggi erano stati indirizzati tra il 1578 e il 1584 da Maria Stuart a Michel de Castelnau, ambasciatore francese a Londra tra il 1575 e il 1585.
La conferma definitiva è venuta dal confronto con le copie in chiaro di quei documenti che erano conservate in alcuni archivi inglesi: sarebbero state trasmesse a Francis Walsingham, segretario e spia della regina Elisabetta I, da una talpa dell'ambasciata di Castelnau.
Sembra infatti che verso la metà del 1583, Walsingham aveva reclutato la talpa che trasmetteva copie "tradotte" della corrispondenza di Maria con Castelnau.
OCCHI APERTI DALLA PRIGIONE. Per quanto riguarda gli argomenti, Maria scriveva spesso che era necessario mantenere sicuro il canale di comunicazione con il fidato Michel de Castelnau per poter mantenere la sua rete di alleati in Francia. I due discutevano anche di una proposta di matrimonio tra Elisabetta I e il duca d'Angiò, e Maria avvertiva Castelnau "che la parte inglese non è sincera nei suoi negoziati, il cui unico scopo è indebolire la Francia e contrastare la Spagna".
Durante il periodo di prigionia, era noto che Maria comunicasse con i suoi sostenitori e alleati attraverso un'intensa attività di reclutamento di messaggeri e di mantenimento della segretezza: Maria d'altronde era stata addestrata fin da piccola nell'arte della cifratura dalla madre, Maria di Guisa, della potente famiglia francese dei Guisa.
PESSIMO TRATTAMENTO. Tra i temi principali affrontati nella corrispondenza di Maria ci sono le lamentele per le sue cattive condizioni di salute e di prigionia. Non solo: Maria denunciava come le trattative per il suo rilascio fossero state condotte in mala fede. Come dimostra la tragica fine della vicenda di Maria Stuart, decapitata all'età di 44 anni.