I resti di colui che per la cristianità è San Nicola di Bari, figura che ha dato origine alla tradizione di Babbo Natale, non sarebbero dove si è sempre creduto (a Bari e Venezia): grazie all'uso di nuove tecnologie, un team di archeologi turchi ha annunciato di avere rilevato un tempio intatto sotto alla chiesa di San Nicola, a Demre (Turchia), dove Nicola sembra sia stato vescovo nel IV secolo. Nel tempio è stata rilevata una una sepoltura che gli studiosi ritengono essere proprio quella del santo.
La contesa delle ossa. Si è sempre ritenuto che i resti di San Nicola fossero conservati in parte a Bari e in parte a Venezia. A Bari ci sarebbero le ossa trafugate da alcuni marinai nel 1087 per salvarle dai musulmani dopo la caduta di Myra (oggi Demre).
A Venezia, nell'Abbazia di San Nicolò, quelle recuperate sempre a Myra circa 10 anni dopo, quando commercianti veneziani rinvennero altri resti che furono anch'essi attribuiti a Nicola. Nel 1992 l'analisi del Dna ha stabilito che effettivamente le reliquie di Bari e Venezia appartengono alla stessa persona.
Con la recente scoperta, gli archeologi turchi dicono però un'altra cosa: quelle ossa sono sì di una stessa persona, ma non di San Nicola, i cui resti si troverebbe invece ancora a Demre.
La questione potrebbe essere presto risolta: rimossi i rilievi e i mosaici che vanno salvaguardati, si procederà con ulteriori studi.
Chi era San Nicola? Della vita di Nicola sappiamo poco. È nato attorno al 270 a Pàtara di Licia (porto sul Mediterraneo, nell'attuale Turchia) e fu vescovo di Myra. Il suo nome compare in alcuni documenti del primo Concilio di Nicea (325), dove i vescovi della Chiesa cristiana si incontrarono per tentare di chiarire alcune divergenze teologiche sulla natura di Cristo. Sul suo conto, a partire dal Medioevo, sono fiorite molte leggende.
Le più note sono quelle che lo descrivono come portatore di doni e protettore dei bambini: Nicola avrebbe salvato tre fanciulle dalla prostituzione dando loro sacchi d'oro (poi simboleggiati nell'iconografia con palle d'oro); avrebbe salvato anche tre bambini che una locandiera voleva uccidere per ricavarne carne.
I racconti su Nicola circolavano soprattutto nelle scuole ecclesiastiche, dove il 28 dicembre si celebrava la festa degli innocenti: in occasione di questa versione cristianizzata dei saturnali (festa pagana dell'antica Roma) gli studenti nominavano un "vescovello", trasposizione del dio Saturno romano, che presiedeva ai festeggiamenti ed elargiva doni. Dalla fine del XIII secolo il 6 dicembre diventò il giorno dei "vescovi Nicola", e a poco valse che la chiesa vietasse le carnevalate pagane: Nicola sopravvisse nelle case dove c'erano bambini che, incuranti del divieto, continuavano a festeggiarlo e a ricevere doni.
Babbo Natale. La figura dell'omone col pancione e le renne, vestito di rosso e dispensatore di regali, è nata "a tappe" dalla sovrapposizione di personaggi diversi, fra cui vari genietti dei miti nordici e due santi cristiani, san Basilio e san Nicola, appunto: proprio dalla storpiatura del nome di quest'ultimo (in olandese Sinterklaas) sarebbe nato il nome "Santa Claus".
L'improbabile sovrapposizione di tutti questi personaggi, nordici e non, ha avuto luogo in America, dove per la prina volta nel 1823 comparve una poesia dedicata a un "Santa Claus" che viaggiava su una slitta trainata da renne. L'iconografia si cristallizzò più tardi, nel 1875, quando una pittrice svedese, Jenny Nyström, lanciò una serie di cartoline augurali con le prime immagini di un Babbo Natale moderno, vestito però di verde.
Fu infine l'illustratore americano Haddon Sundblom, nel 1930, a codificare l'abito biancorosso che conosciamo: la sua committente era Coca-Cola, che usò poi Babbo Natale come testimonial della sua bibita, venduta con gli stessi colori. Così Santa Claus e Coca-Cola partirono alla conquista del mondo.