Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio la Russia è entrata in Ucraina dalla Crimea, dalla Bielorussia, dal Mare d'Azov e dalle neonate e autoproclamate repubbliche indipendenti del Donbass, riconosciute dal presidente russo Putin giusto pochi giorni fa. I russi hanno azzerato in poche ore le difese missilistiche ucraine, incontrando finora (è la mattina del 24 febbraio) poca resistenza. Mentre si attendono le decisioni dell'Unione Europea, della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, si apprende anche che il messaggio di Putin dal Cremlino, trasmesso nella notte, era stato registrato il 21 febbraio...
Anche per capire le origini del conflitto di oggi, nei giorni scorsi su focus.it abbiamo pubblicato:
- Che cosa c'è dietro l'aggressività della Russia? (da Focus Storia Wars 24, del 2017);
- Venti di guerra sul Donbass (da Focus Storia Wars 35, del 2020).
Qui sotto proponiamo La sottile linea Ucraina, di Riccardo Michelucci (da Focus Storia 185, marzo 2022): una breve sintesi dei punti di svolta dei rapporti tra Russia e Ucraina dal 1654 al novembre del 2021.
Quello tra Mosca e Kiev è un rapporto tanto antico quanto problematico, che in anni recenti ha visto rinascere tensioni di natura storica, geopolitica e strategica. Fino a trasformare l'Ucraina nella principale area di crisi tra Russia e Occidente, in un'escalation di provocazioni, minacce e accuse che ha coinvolto anche Stati Uniti e Cina.
1654: l'annessione. I rapporti tra i due popoli risalgono al IX secolo, quando i Variaghi (o Rhos), guerrieri vichinghi giunti dalla Scandinavia, fondarono la Rus' di Kiev. Era il primo Stato a riunire gli Slavi orientali delle regioni che oggi fanno parte di Ucraina, Bielorussia e Russia Occidentale e la sua capitale era Kiev. Per secoli fu Kiev, con la sua lingua e la sua cultura distintiva, il cuore del mondo slavo orientale e della religione ortodossa. Poi, nel Quattrocento, il Granducato di Mosca prevalse sugli altri principati slavi orientali, inglobandoli ed espandendosi. Nel 1654 il Trattato di Perjaslav sancì l'unione di Russia e Ucraina, allora in mano ai Cosacchi, sotto il dominio dello zar di Mosca. La Russia (che della Rus' di Kiev aveva ereditato il nome) esercitò da allora, con pugno di ferro, il controllo sul territorio ucraino per oltre quattro secoli, contrastando lingua, cultura locale e spinte indipendentiste. E la repressione aumentò in epoca sovietica.
1991: il crollo dell'URSS. Quando, alla fine del 1991, l'Unione Sovietica implose, Mosca perse quattordici delle repubbliche che fino ad allora avevano fatto parte della sua sfera di influenza e della neonata Federazione Russa.
L'Ucraina fu senza dubbio la perdita più dolorosa. Da allora, molti russi provano nei confronti di quella culla della cultura slava ortodossa (Kiev fu un importantissimo centro di diffusione del cristianesimo tra gli Slavi, ben prima di Mosca) un legame senza pari tra gli altri ex Stati sovietici. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha fatto spesso riferimento al passato per sostenere che l'Ucraina è inscindibilmente legata alla Russia. Nell'estate scorsa, in un intervento in più lingue sul sito ufficiale del Cremlino, ha ribadito che russi e ucraini sono un unico popolo che condivide "un solo spazio storico e spirituale"... tesi prontamente respinta dal governo di Kiev.
2013-2014: Europa o Russia? L'attuale crisi risale invece al novembre del 2013, quando il presidente ucraino filorusso Viktor Janukovych decise di non firmare un accordo di libero scambio e di associazione politica con l'Unione Europea, scegliendo invece di rafforzare i legami con la Russia. Nel centro di Kiev, in piazza Maidan, scoppiarono violente proteste: decine di migliaia di ucraini scesero in strada chiedendo le dimissioni di Janukovych - considerato il principale responsabile della grave crisi economica in atto - e scatenando una durissima repressione da parte delle forze governative. Le proteste durarono tre mesi e dilagarono in tutto il Paese, raggiungendo l'apice nel febbraio 2014, quando decine di manifestanti vennero uccisi dalle forze speciali. Janukovych, messo in stato d'accusa dal Parlamento ucraino, scappò a Mosca, aprendo una nuova fase di instabilità.
Di lì a poco migliaia di soldati russi si riversarono in Crimea (penisola autonoma dell'Ucraina, ma in maggioranza popolata da russi), dove il governo locale dichiarava la volontà di separarsi da Kiev chiamando la popolazione a un referendum sull'adesione alla Federazione Russa. Fu un plebiscito a favore del ritorno della Crimea nell'orbita di Mosca, ma la consultazione venne ritenuta illegittima dall'Ucraina, dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. Così, si aprì un nuovo fronte diplomatico.
Nella primavera del 2014 gli eventi precipitarono anche nell'Ucraina Orientale: i separatisti filo-russi presero il controllo delle aree industriali di Donetsk e Luhansk, nella regione del Donbass, dichiarandole indipendenti da Kiev. Seguirono mesi di pesanti combattimenti che causarono circa quattromila morti. Gli scontri cessarono in settembre, con l'accordo di pace firmato a Minsk da Russia e Ucraina, ma la crisi è rimasta latente e ha inasprito le relazioni tra Mosca e l'Occidente. Mentre la Russia ribadiva l'illegittimità del governo di Kiev e denunciava i bombardamenti contro i civili nella parte russofona del Paese, la comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie condannavano l'intervento militare della Russia accusandola di aver fomentato le rivolte violando la sovranità del popolo ucraino.
2018-2022: il ruolo della NATO. Perché il conflitto nelle regioni di confine russo-ucraine ha assunto fin da subito una grande rilevanza internazionale? Dalla fine della Guerra Fredda, la NATO si è allargata verso est accogliendo alcuni Paesi dell'ex Patto di Varsavia, un tempo Stati satelliti dell'URSS. Mosca ritiene che ciò abbia messo a rischio la propria sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti, temendo l'espansione russa nell'Europa Orientale, vogliono invece limitare l'influenza di Putin e difendere il principio secondo il quale ogni Paese ha il diritto di scegliersi le proprie alleanze. L'Ucraina, pur non essendo membro della NATO, non ha mai nascosto i suoi sentimenti euro-atlantici e ritiene che Mosca non possa impedirle di costruire alleanze con l'Occidente.
Negli ultimi anni non si contano i gravi incidenti e gli scontri a fuoco tra le truppe ucraine e i separatisti filorussi nei pressi del confine con la Russia. I lunghi negoziati promossi dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti non sono infatti mai riusciti a fermare del tutto le ostilità. Nel novembre del 2018 il conflitto si è spostato anche nel Mare d'Azov, sullo Stretto di Kerch (che separa la Russia dalla Crimea), quando unità navali russe hanno aperto il fuoco contro tre navi militari ucraine e ne hanno sequestrato gli equipaggi con l'accusa di avere attraversato illegalmente il confine.
Nel novembre del 2021, infine, le immagini satellitari hanno mostrato lo schieramento di circa centomila soldati russi lungo il confine, al quale hanno fatto seguito imponenti manovre ucraine nei pressi della Crimea, con il dispiegamento di aerei e artiglieria...